Pregi e difetti di Suicide Squad, il film del momento infarcito di estetica pop e personaggi cattivi ma non troppo.
Ammettiamolo, una cosa è certa: Suicide Squad è il miglior film del DC Extended Universe. Purtroppo, però, non è affatto abbastanza.
L’impresa di superare i due deludenti cinecomics diretti da Zack Snyder (L’uomo d’acciaio e Batman V Superman), non era particolarmente difficile, eppure, nonostante un budget decisamente inferiore, le premesse per dare finalmente una scossa al filone sembravano esserci tutte.
I numerosi trailer, il cast, la campagna pubblicitaria e le prime immagini sembravano promettere una pellicola a dir poco memorabile pronta a diventare un cult generazionale. E se Suicide Squad è riuscito in parte in questa impresa, di certo non è merito della qualità del film in sé.
Già solo il concept di base, ovvero un gruppo di super cattivi che forma una squadra per compiere missioni suicide su ordine del governo, basta per garantire un materiale dalle enormi potenzialità. Se si aggiungono, inoltre, dei personaggi forti ed iconici come quelli interpretati da Will Smith (Deadshot), Margot Robbie (Harley Quinn) e Jared Leto (Joker), una colonna sonora potentissima e una messa in scena originale, piena di carattere e fortemente riconoscibile, si ottiene un prodotto perfetto per trascinare il pubblico in sala anche nel week-end di ferragosto.
Il regista David Ayer, però, forse a causa delle divergenze produttive tipiche dei film DC, ha mancato la grande occasione di offrire ai posteri un capolavoro del genere. Paragonabile sotto molto aspetti a I Guardiani della Galassia di casa Marvel (uno dei migliori cinecomics in assoluto), Suicide Squad manca di quella corposità narrativa e drammaturgica che avrebbe dato al film qualcosa in più della semplice e indiscutibile bellezza estetica.
Le pecche della pellicola sono numerose ed evidenti. Per prima cosa il ritmo è fin troppo frenetico e confusionario, così come il montaggio. La sceneggiatura è carente, sia nella struttura che fonde non sempre in maniera efficace i frequenti flashback alla storia principale, sia nei dialoghi che mancano spesso del giusto mordente.
Suicide Squad si presenta come un film corale, ma appare subito evidente la centralità del personaggio di Deadshot, indiscutibile protagonista. Gli altri personaggi sono lasciati a loro stessi, a malapena abbozzati psicologicamente ed emotivamente (con poche eccezioni) non vanno oltre allo stereotipo del “cattivo con il cuore d’oro”. La trama è fin troppo basilare e, nonostante ciò, piena di incoerenze e buchi narrativi. In sostanza sembra essere un semplice contenitore in cui i personaggi possono agire. Agire ma non interagire, in quanto le relazioni fra di loro non vengono per niente approfondite, lasciandoci indifferenti nei momenti cruciali del film.
Ayer prova continuamente ad abbracciare quel tono scanzonato tipico della Marvel, cercando di elevarlo in un contesto più cupo e realistico. E, in effetti, globalmente il film riesce ad intrattenere più che bene grazie ad un’azione continua diretta in maniera creativa e chiara; il problema è che, per quanto riguarda il divertimento, spesso le battute girino fiaccamente a vuoto. Mentre, a causa della struttura frammentaria e delle caratterizzazioni superficiali, i momenti che dovrebbero emozionare non ci riescono affatto.
Nonostante questi difetti, Suicide Squad non può non essere consigliato. Le numerose mancanze e le ingenuità, vengono compensate efficacemente dalla fortissima coerenza estetica che lo caratterizza. Le musiche, la fotografia, le scenografie, i costumi, tutto è pop in maniera irresistibile e non potrà non lasciare qualcosa alla maggior parte degli spettatori, che, probabilmente, torneranno dal cinema più che soddisfatti.
La complessiva bellezza delle immagini e la bravura degli attori principali perfettamente calati in dei caratteri accattivanti valgono da soli il prezzo del biglietto. Poco importa se l’antagonista sia sconclusionato in tutto e per tutto, se il personaggio di Viola Davis sia ambiguo, se il rapporto amicale tra Deadshot e Harley Quinn sia posticcio, o se la presenza tanto discussa del Joker sia praticamente inutile ai fini narrativi. Suicide Squad merita una visione principalmente perché è riuscito a mostrare a pieno le contraddizioni del mondo cinefumettistico della DC. Una casa di produzione piena di potenzialità inespresse a causa della frettolosità con cui vengono messe in scena e che sta annaspando alla rincorsa di una Marvel molto più organizzata e lungimirante.
A prescindere dai numerosi e indiscutibili errori, Suicide Squad è il passo avanti che tutti stavamo aspettando, un passo avanti che forse porterà, prima o poi, alla tanto agognata quadratura del cerchio.