Ultima Voce ha intervistato per voi il grande Franchino: pronti a conoscerlo meglio?
Nei primi anni ’90, in Italia, iniziava a diffondersi un nuovo sottogenere di musica dance capace di richiamare ed ammaliare larghe fette di giovani. I templi in cui l’allora popolo della notte si riversava per ballare fino all’alba erano generalmente grandi discoteche piene di specchi luci stroboscopiche e nelle quali i DJ, venerati alla stregua di sacerdoti, animavano ore e ore di danze tra ritmi percussivi e atmosfere sognanti. Tra i protagonisti di quella scena spicca Dj Franchino, all’anagrafe Francesco Principato, trasversalmente riconosciuto come uno dei padri fondatori del genere e attivo ancora oggi nell’attività di disc jockey e vocalist.
Dj Franchino oggi è un appagato sessantaquattrenne e, oltre ad avere il merito di essere stato uno dei fondatori della progressive dance all’italiana, vanta una carriera che ha ormai superato i 25 anni di prestigiosa attività e non sembra dare impressione di volersi fermare. Soprannominato il Re dei vocalist, per via delle lunghe storie che è solito narrare durante le sue canzoni, tra cassa dritta e archi campionati, Dj Franchino ricorda oggi quegli anni ormai lontani come anni d’oro della musica techno dance.
Disc jockey nella prima metà degli anni ’80, Dj Franchino decide di abbandonare i dischi per dedicarsi all’attività di vocalist e collaborando nei primi anni ’90 con Francesco Farfa,Sandro Vibot e Ricky Le Roy. Durante una serata al Tartana di Follonica, nel 1992, mentre è intento a cantare sulle basi di Farfa e Mario Più, Franchino si dà alla sperimentazione attraverso l’uso di voci campionate ed effetti sonori e, di fatto, inventando un nuovo modo di fare il cantante.
Da quella sera Franchino, durante i suoi show, si calerà puntualmente nei panni del cantastorie, creando una particolarissima atmosfera che lo renderà famoso e richiesto in tutte le discoteche più prestigiose d’Italia. Soprannominato “Maestro” dai nostalgici di quei tempi ormai sempre più lontani ma sempre vividi nei ricordi degli appassionati, Dj Franchino si racconta ad Ultima Voce parlando di passato, presente e non precludendosi nulla per il futuro. In passato affermò di non aver mai conosciuto musicisti che abbiano deciso di andare in pensione e sembra anch’egli allinearsi a questa propensione continuando ad animare, proprio come allora, grandi fette di appassionati di musica dance di ogni età.
Le grandi differenze tra le discoteche di 20 anni fa e quelle di oggi?
Sicuramente le discoteche, e in generale la nightlife italiana, negli ultimi vent’anni sono molto cambiate, in meglio e in peggio.
Per quanto mi riguarda vent’anni fa ero più giovane e sicuramente le vedevo più belle anche per quello, ma ce ne erano indubbiamente di più, soprattutto quelle di riferimento per gli amanti del clubbing. In giro per l’Italia oggi qualche roccaforte resiste, ma non è più come allora. I locali sono molto belli e tecnologici, i ragazzi continuano a ballare e a seguirci, ma quella che siamo soliti definire tendenza era un movimento diverso, un altro mondo.
Olympic Games Tour: com’è nato e come si struttura?
Olympic Games è il tour Metempsicosi della stagione 2017/18. Anche questo, come tutti i tour precedenti, è il risultato di un grande lavoro di squadra. Parte sempre tutto da un concept, da un’idea che scegliamo insieme. Poi Leonardo Brogi, il nostro manager, si occupa di trasformarlo in un format, di organizzare i servizi fotografici, di far realizzare grafiche e video, in cui noi sei siamo tutti protagonisti. Per quest’ultimo abbiamo scelto di misurarci con gli sport olimpici e, come avete potuto vedere, con risultati esilaranti. E credo che l’autoironia che caratterizza i nostri format sia una delle cose che colpiscono di più il nostro pubblico.
Noi vediamo e godiamo della parte più divertente in qualità di pubblico…Ma è così anche per l’artista? Insomma, il lavoro dietro supera o pareggia spesso il piacere?
Sicuramente partecipare ad una festa Metempsicosi è un’esperienza molto divertente per il pubblico che balla in pista la nostra musica. Ma dalla console è ugualmente bello; vedere la gente che balla, che alza le mani e fa il simbolo del cuore e sorride, ti trasmette una grandissima energia e una carica impareggiabile.
Poi ci sono le serate speciali, quelle in cui ci divertiamo particolarmente, anche se stiamo lavorando. Ad esempio durante i tour, quando siamo tutti insieme, si crea sempre un’atmosfera unica, ci conosciamo da oltre vent’anni ed ogni data del tour è una festa.
La soddisfazione più grande della sua carriera?
La mia soddisfazione più grande .. deve ancora arrivare. Ho avuto sicuramente una carriera brillante e spumeggiante, non posso negarlo, ma la soddisfazione più grande la sto ancora aspettando! Come dice una famosa canzone di Frank Sinatra: ‘The best is yet to come!’
Isabella Rosa Pivot