Gli stupri etnici raccontati al cinema

Samira è un’insegnante di Sarajevo che, insieme ad altre donne, viene mandata in un campo e diventa la schiava sessuale di un gruppo di soldati cetnici. Il film è “As if I am not there”, ed è solo uno dei tanti film che raccontano la triste realtà degli stupri etnici durante la guerra nell’ex Jugoslavia.

Stupri etnici
Gli stupri etnici sono ancora oggi un potente strumento di guerra

Durante il conflitto, che durò dal 1991 al 1995, tante donne (e in molti casi anche bambine) furono sottoposte a sadiche violenze sessuali, che avevano come scopo primario quello di rendere le donne madri dei figli dei loro aguzzini. Molte di loro, infatti, dopo lo stupro venivano detenute fino alla nascita del bambino.

Samira assiste a torture inenarrabili, soprattutto a danno di una delle bambine della sua classe. Fino a quando, un giorno, da testimone diventa una delle vittime di tali stupri etnici. L’accaduto trasforma la giovane in un guscio vuoto, che vive per inerzia e non ha più la cognizione del tempo. Una cosa, però, la sa: è disposta a tutto pur di sopravvivere.

Altro film, altra storia: “Il segreto di Esma”. La dodicenne Sara vive con la madre Esma nel quartiere di Grbavica di Sarajevo. La ragazzina non ha mai conosciuto suo padre. Siamo negli anni dopo la guerra del 1991-1995, e la gente di Sarajevo, ancora molto provata, sta raccogliendo i cocci e sta cercando di andare avanti. Sara chiede insistentemente alla madre “Chi è mio padre? Gli somiglio?”, fino a quando, in una scena molto drammatica, Esma esplode: “Tuo padre è un cetnico! Sono stata violentata in un campo di prigionia!”

Nonostante l’obiettivo principale degli stupri etnici fosse quello di umiliare la donna, rendendola madre del “figlio del nemico”, il sadismo degli aguzzini sconfinava nella volontà di lasciare nella comunità una ferita aperta. E ci sono riusciti. La maggior parte delle donne vittime di violenza sessuale durante le varie guerre (abbiamo parlato solo del conflitto nell’ex Jugoslavia, ma la storia è piena di simili atrocità), non ha superato il trauma, e ha riportato gravissimi danni psicologici.

Ma non ci deve sfuggire un dettaglio importantissimo. Samira ed Esma rappresentano un riscatto per le donne vittime degli stupri etnici, ma anche degli stupri in generale. Queste donne sono sopravvissute: Samira grazie alla voglia di vivere, Esma per merito dell’amore di Sara. E queste donne sopravvissute, queste guerriere della vita, sono qui per raccontarcelo. Perché raccontare lenisce a poco a poco il dolore, fino a farlo sparire.

 

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