Nel sancta sanctorum dell’arte universale, i Musei Vaticani, per la prima volta verrà allestita una sala dedicata alla “videoarte” di Studio Azzurro.
I Musei Vaticani avranno una sala dedicata ad un’opera di Studio Azzurro, collettivo di artisti formatisi a Milano nel 1982. La loro arte comunemente detta “videoarte”, a ben vedere videoarte non è, in quanto quella di Studio Azzurro ha una forte componente interattiva o meglio esperienziale.
La sala ospiterà l’opera intitolata “In principio (e poi)”, realizzata precedentemente per il padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia del 2013 e che si ispira ai primi 11 capitoli della Genesi.
L’opera si compone di uno schermo sulla cui superficie si susseguono le immagini di persone, le cui voci appartengono ai detenuti del carcere milanese di Bollate. L’opera però si attiva solamente quando è il visitatore a toccarla. Il contatto tra le mani del visitatore e lo schermo attiva le voci dei protagonisti del video. Ai lati altri due schermi riportano le descrizioni di piante e animali fatte da persone sordomute con la lingua dei segni, a rappresentazione della Creazione. La stessa mano del visitatore si proietta sul pavimento attraverso un fascio di luce, simbolo di quella mano eterna che creò tutto.
Studio Azzurro propone così la sua idea della Genesi. Il Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura dice a proposito:
“E’ un’opera legata soprattutto a tre verbi. Il primo è certamente quello della parola, perché – per esempio – i carcerati raccontano le loro genealogie, cioè la storia dell’umanità, sia pure nel loro microcosmo. Il secondo verbo è quello del vedere, che avviene nel silenzio – i sordomuti parlano con i gesti – e quindi le loro sono immagini non descritte ma rese visibili. E da ultimo, il “toccare”. (Fonte: Radio Vaticana)
L’opera s’inserisce ancora una volta nella concezione artistica di Studio Azzurro, un collettivo di artisti che dagli anni ’80 ad oggi si è interessato alle possibilità della fotografia prima e quelle del video dopo.
L’arte di Studio Azzurro non può chiamarsi semplicemente videoarte perchè non si limita allo schermo di un video. L’arte di Studio Azzurro si compone di “Videoambienti“, immagini sensibili che si attivano ed escono fuori dai limiti in cui la tecnologia le costringe ma soprattutto interagiscono con lo spettatore.
Anzi, e’ lo spettatore che le attiva, perchè senza il suo gesto, il suo tocco esse non vivono. La componente interattiva dello spettatore, che in questo caso è quasi un co-artista, è molto forte. Senza lo spettatore, l’opera non ha senso.
Con quest’idea progettuale di base che Studio Azzurro ha creato negli anni gli “Ambienti sensibili” e i “Musei di narrazione”. Luoghi portatori di una storia, di un’identità, di un messaggio chiaro basato sull’esperienza delle persone che lo hanno vissuto. Storie e storia che si raccontano, “vivono” nuovamente ogniqualvolta lo spettatore va a visitarli e li rimette in moto, interagendo e facendosi portatore lui stesso di quella storia e del suo messaggio.
Ora l’arte di Studio Azzurro si confronta con il luogo del Sacro, con il luogo dell’eterno. Con Studio Azzurro, entra la componente corale nel luogo Sacro, quella fatta di persone che insieme raccontano una Storia universale, eterna ma mai immobile.
Laura Maiellaro