Come molti, anch’io ho visto il video del giovane studente di Lucca che bullizza un professore agrredendolo verbalmente: “Prof, mi metta 6 e non mi faccia incazzare…” per poi continuare con questo atteggiamento arrogante e prepotente già visto solo in altri video simili o nei film di denuncia.
Una cosa abominevole che anche al sottoscritto ha provocato indignazione e vergogna per una generazione, quella moderna, che tra baby gang e delinquenza soprattutto tra i giovanissimi, sembra non solo aver toccato il fondo, ma che, con una certa nonchalance si stia impegnando nello scavare per raggiungere livelli sempre più infimi.
Quello su cui mi voglio soffermare però sono i commenti all’accaduto che spopolano sul web e su FB in particolare, il social che più frequento.
Il fatto in sé non è per nulla divertente, al contrario di quello che pensano i compagni che hanno ripreso il video e gli altri presenti, ma i commenti, ammettiamolo, sì.
Ecco di seguito un sunto tragicomico delle reazioni umane.
Un plebiscito di commenti con diverse reazioni, che vanno dallo schifo alla vergogna, dallo stupore alla voglia, assai diffusa, di creparlo di mazzate, a lui(lo studente), ai genitori, ai nonni, ai bisnonni per risalire fino ai più antichi trisavoli.
Una carneficina familiare insomma, perché, detto alla napoletana:” O’ pesce fet ra’ cap...”.
Interessante punto di vista poi, anch’esso molto diffuso, è quello che vorrebbe vedere vittima di questa violenza punitiva, anche il professore, perché, cito:” non ha reagito...”.
Senza pensare che così, oltre al danno d’immagine, avrebbe avuto pure la beffa del licenziamento.
Geniale.
Tra tanti giudici ben istruiti, c’è chi pensa che un paio di schiaffoni li meriterebbe pure il preside, per aver permesso che un insegnante così, senza spina dorsale, abbia libero accesso alle aule.
Desiderando forse, tra i professori, qualcuno che abbia la stessa gentile sensibilità e comprensione del(compianto da poco…)sergente maggiore Hartmann del film Full Metal Jacket.
O addirittura, seguendo il discorso dei genitori e del “pesce” su citato, arrivare a dare qualche bel ceffone pure al ministro dell’istruzione, in questa sorta di scalata di “paccheri” verso il vertice delle istituzioni.
Con inaudita violenza c’è chi vorrebbe randellare indistintamente studente, compagni filmanti e la classe tutta, magari andando a prendere a casa pure quelli assenti, per non lasciare nessun impunito.
Bellissime e fantasiose pene corporali da infliggere come punizione al giovane scostumato.
Si va dalla violenza sessuale, sempre
di moda, all’evirazione affinché la sua stirpe si estingua; passando per l’impiccagione a testa in giù a mo’ di traditore della patria, per finire a tutta una serie di torture che comprendono: arti spezzati o tranciati, uso indiscriminato di tizzoni ardenti, rimozione della lingua o qualsiasi altra simpatica pratica medievale che di solito veniva riservata alle streghe o che si faceva a casa del marchese De Sade nei giorni di festa.
Ci sono poi quelli che, con una sommaria ma fiera conoscenza della legge, propongono contravvenzioni, multe salate, espropri coatti di mobili, immobili e/o organi ai familiari del soggetto in questione o l’obbligo del servizio civile del giovane, magari presso strutture riservate al ricovero di vecchi insegnanti in pensione.
Ove mai esistessero.
Certo che alla fine se la caverà come in tutti i casi precedenti, cioè con una sospensione e forse una bocciatura, non so quale sarebbe la giusta punizione, ma posso dire con certezza, che il Web è un posto bellissimo.