E’ il 15 aprile 1989, la partita che sta per andare in scena è la semifinale di F.A. Cup Liverpool- Nottingham Foster. Lo stadio che sta per ospitare l’incontro è il vecchio “Hillsborough” di Sheffield. Numerosi sono i tifosi del Liverpool giunti in città per assistere al match. Immediatamente si inizia ad assistere a scende drammatiche.
Gli ingressi si intasano di persone accalcate per entrare sulle tribune, l’impianto è troppo vecchio e male attrezzato. La polizia è inerme e non preparata all’occasione, sottovalutando quante persone potessero arrivare allo stadio per assistere al match.
Per sveltire le operazione d’entrata la polizia, probabilmente in stato confusionale, decide di aprire il “Gate C” per far entrare i tifosi anche da quell’ingresso. Decisione tragica poiché in quel vecchio Gate non ci sono neanche i tornelli d’entrata che garantiscono un ingresso più organizzato e meno caotico. Così avviene il dramma. Si crea, infatti, un ingorgo di persone che restano stritolate e schiacciate tra di loro, senza alcuna possibilità di muoversi. Novantasei persone perdono la vita nella folla che si è creata quel maledetto gate C.
Nei giorni successivi, la stampa pilotata, sotto dettatura della polizia inglese, crea una vera e propria campagna di diffamazione verso le vittime, facendo trapelare notizie e ricerche false sul loro passato cercando di convincere il mondo intero che le persone decedute fossero tutte dei pericolosi hooligans, come se la vita di un hooligan valesse meno, e che, quindi, la fantasiosa versione della polizia fosse assolutamente vera.
Fortunatamente una commissione d’inchiesta, l’Hillsborough Independent Panel, nel 2012 ha consegnato a David Cameron, il primo ministro britannico, e alle famiglie delle vittime il proprio rapporto conclusivo sulla strage avvenuta allo stadio Hillsborough di Sheffield, dimostrando grazie a dei documenti rimasti completamente segreti, quanto la colpa di tutto ciò fu della folle decisione degli ufficiali di polizia.
Quei giornali che dipinsero quelle vittime come dei delinquenti e teppisti, una volta scoperta la verità, hanno chiesto scusa ad ognuna delle loro famiglie. Cosa che, ironicamente, non è stata fatta dagli ufficiali di polizia, responsabili di quella decisione che è costata la vita a così tante persone, e che, oltre a non aver chiesto scusa, sono rimasti tutti impuniti.
Ed, a questo punto, non credo che quelle 96 vittime avranno mai giustizia.
Matteo Ferazzoli