Olindo e Rosa Romano sono in carcere dal 9 gennaio 2007 poiché accusati di aver brutalmente assassinato Raffaella Castagna e la madre, Paola Galli, il piccolo Youssef, di soli due anni, e la vicina di casa Valeria Cherubini.
In quella serata maledetta, l’11 novembre del 2006, che verrà poi ricordata dalla cronaca come la strage di Erba, persero la vita 4 persone. I soli processati e condannati furono Rosa e Olindo. Il loro movente da ricercare nel cattivo rapporto tra vicinato, degenerato in odio.
L’incidente probatorio
Reputati colpevoli in tutti i tre gradi di giudizio (ultimo quello della Cassazione del 3 maggio 2011), si è aperto per loro uno spiraglio di luce quando la Procura, il 22 novembre 2017, su richiesta del legale della coppia Fabio Schembri, ha dato il via all’incidente probatorio, permettendo che venissero analizzati per la prima volta dei reperti tra cui un accendino, un mazzo di chiavi, peli e capelli ritrovati su alcuni indumenti. Il più importante indizio da analizzare sarebbe una tenda che si trovava nell’abitazione della signora Cherubini.
La tenda era, infatti, al piano di sopra, dove Rosa e Olindo hanno sempre negato di essere stati. Inoltre, come dichiara il consulente medico legale della difesa, Valentino Vasino, i primi soccorritori avrebbero sentito una voce di donna chiedere aiuto. Era la signora Cherubini, ancora in grado di invocare soccorso. Ma nessuno ha visto scendere Rosa e Olindo dalle due rampe di scale. Quindi l’esame della tenda è davvero essenziale al fine di riaprire il processo, che è l’obiettivo dell’avvocato difensore Fabio Schembri.
Il 16 gennaio 2018, il collegio presieduto da Enrico Fiaschetti avrebbe dovuto decidere esattamente su quali reperti si potessero effettuare le nuove analisi e nominare i periti. Ma un problema si è posto davanti: chi pagherà le nuove perizie? Lo Stato o i coniugi Romano? Una domanda molto controversa, che sta già facendo discutere l’ambiente forense.
La Giustizia è un privilegio?
Le spese si presume che non saranno poca roba. Molto probabilmente i coniugi Romano non potranno sostenerle e quindi, innocenti o meno, non potranno mai dimostrare di non essere i fautori della strage di Erba. Se la corte però dovesse decidere di farle pagare allo Stato, quindi al cittadino, potrebbe creare un precedente sociale e molte lamentele. Il diritto di difendersi dovrebbe prescindere dalla ricchezza personale, per i Romano e per chiunque altro. Altrimenti la Giustizia diventerebbe davvero un privilegio per ricchi. Se non lo è già.
Marta Migliardi