La Strage di Sciacca è l’ennesimo paradosso di animali che vengono definiti tali e di certi assassini che invece indebitamente si fanno ancora chiamare umani.
Ma non c’è tempo di fare filosofia o riflessioni, perché nel frattempo il numero dei cani avvelenati nella contrada di Muciare sale ogni ora di più.
Più di 40 sono i randagi trovati morti sul ciglio della strada, tutti quanti nei pressi della spiaggia della città in provincia di Agrigento. Probabilmente le cause risalgono a delle polpette avvelenate messe lì appositamente. I corpi sono ora sotto analisi presso l’Istituto zooprofilattico regionale, per fare luce sul veleno utilizzato. Intanto le forze dell’ordine stanno indagando e sarebbero sulle tracce dell’avvelenatore, che si ipotizza possa essere un abitante della zona in cui sono stati trovati morti i cani, ripreso dalle telecamere di due aziende limitrofe.
L’area in questione è stata chiusa, blindata e sotto sequestro. I risultati dell’ispezione e della bonifica sul territorio interessato però tardano ad arrivare e si teme che non si stia facendo di tutto per fermare quella che ormai ha preso il nome di Strage di Sciacca.
Pare infatti che il raggio di azione degli avvelenatori sia più ampio di quello che è stato delineato. A farlo sospettare sarebbe la scomparsa di altri cani della zona, noti ai volontari. Non è certo nuovo il malcontento di coloro che vivono in quell’angolo di mondo in cui il vagabondare dei cani stava creando qualche disagio.
Ma il fai da te è una pratica atroce che va condannata. Ora si cercano i colpevoli e personalmente non vorrei mai essere nei loro panni. A giudicare dalla rabbia di molti sarà un vero e proprio linciaggio mediatico.
Ma perché la Sicilia non riesce a far fronte al randagismo?
Di queste carneficine ahimè ce ne potrebbero essere ancora. Vogliamo ricordare la strage di lupi impiccati e uccisi nell’area di Rocca Priora dei Castelli Romani. E ancora, la strage dei cani di Sciacca, è solo una delle tante altre atrocità verificatesi nella regione siciliana. Citiamo quello del Marzo 2014 avvenuto a Carini, cittadina alle porte di Palermo. Anche in quel caso, si trattò di un avvelenamento ai danni di 15 randagi.
Sono troppe le inadempienze delle istituzioni che hanno palesemente ‘favorito’ simili atrocità. Bisognerebbe agire in maniera radicale e rapida. Il territorio siciliano è in piena emergenza gravissima. Sono pochissimi i fondi delle amministrazioni comunali per affrontare il randagismo, servizi veterinari pubblici carenti di personale e di presidi per portare avanti una seria campagna di sterilizzazione dei cani vagabondi. D’altronde potrebbe essere questa l’unica mossa efficace per contrastare il fenomeno. La Vittoria Brambilla ne aveva indetta una recentemente proprio nel Sud Italia per lo stop al randagismo.
La foto che commuove il mondo
Questa immagine ormai è diventata il simbolo dell’orrenda Strage di Sciacca. Si potrebbe commentare a lungo quello che stiamo vedendo ma talvolta non ci sono parole per quello che accade sul nostro pianeta. E allora il silenzio diventa decenza ed esigenza. Ma non per numerose associazioni degli amici a 4 zampe! Domenica 25, infatti, si terrà un sit in di protesta nella piazza di Sciacca e vi prenderanno parte saranno tanti.
Le minacce di morte al Sindaco e l’assenza delle autorità
Mi è hanno mandato di tutto, anche l’augurio di morire ai miei figli. Non sono colpevole e non intendo chiedere scusa. Ho provato un enorme dolore nel vedere le immagini della strage che, ribadisco, non avrei potuto immaginare e prevenire. Denuncerò sia gli ignoti autori del delitto, sia i noti autori degli improperi e delle minacce”.
Grazie Cloe Marcian, lego spesso i Suoi articoli e trovo elegante espressione ed interessante ricerca. BRAVA!