L’antologia di Valeria Roma Ignorare l’assenza – La letteratura palestinese nell’immaginario italiano, pubblicata da Meltemi Editore, è un’opera che indaga l’ingiusta realtà della cancellazione del popolo palestinese. A seguito della lettura dell’antologia risulta ancora più evidente la possibilità negata a questo popolo di raccontare la propria realtà. All’interno dell’antologia di Valeria Roma si assiste all’obiettivo di dare alla letteratura palestinese un posto sotto gli occhi di tutti. L’opera si prefigge di combattere il silenzio forzato su questo popolo attraverso la letteratura, uno strumento che ha il potenziale di offrire una visione alternativa sull’identità e la resistenza palestinese.
Ignorare l’assenza: struttura e contenuti
Ignorare l’assenza è un’opera suddivisa in capitoli tematici. Ogni capitolo include un’antologia di racconti rappresentativi che mostrano vividamente l’esperienza e la resistenza dei palestinesi.
All’interno dell’opera Ignorare l’assenza, Valeria Roma sottolinea l’importanza di offrire spazio e ascolto alla storia del popolo palestinese all’interno del sistema scolastico, proponendo la loro letteratura come prezioso materiale didattico per contestualizzare la letteratura italiana in un panorama letterario interculturale. L’invito dell’antologia Ignorare l’assenza è quello di combattere la discriminazione attraverso il potere, che ha la letteratura, di indurre a una riflessione critica sull’impatto negativo dell’esclusione delle voci del popolo palestinese.
Una realtà distorta
Come affermato all’interno dell’antologia, i libri di testo delle scuole israeliane e italiane mostrano una totale indifferenza verso l’individualità dei palestinesi. Esaminando i racconti presenti all’interno dell’antologia Ignorare l’assenza, è possibile assistere a una realtà palestinese che si discosta molto da quella che si è soliti immaginare. All’interno dei racconti vengono mostrate parti della loro vita che vengono ignorate spesso e facilmente, per dare spazio a un’unica visione: quella di terroristi, soprattutto nel momento in cui cercano una propria autodeterminazione.
I racconti presenti in Ignorare l’assenza riescono nell’intento di offrire uno sguardo autentico sulla vita palestinese, combattendo gli stereotipi diffusi. All’interno dell’antologia è presentata una realtà che sfida le generalizzazioni e aiuta a superare i pregiudizi, mettendo in mostra la dignità e l’umanità palestinese.
Il quotidiano e il tragico
In Ignorare l’assenza, gli elementi presenti in alcuni racconti assumono un ruolo simbolico, aggiungendo alla trama significati e riflessioni sulla condizione dei palestinesi. Gli oggetti che fanno parte della vita quotidiana vengono trasformati, dalle circostanze tragiche, in potenti simboli di resistenza e perdita.
Uno degli esempi più evidenti di questa interconnessione tra il quotidiano e il tragico è presente nel racconto La coperta rossa di Samira Azzam. La vita del protagonista, Hassam, subisce una svolta drammatica nel momento in cui il suo villaggio, Battìr, è scosso dalle esplosioni di bombe. In un atto di disperato istinto protettivo verso se stessi ma soprattutto verso loro figlio, Omar, decidono di scappare dalla loro casa. Durante la fuga, Omar viene colpito da una pallottola.
La coperta che serviva a proteggerlo dal freddo e che fino a poco prima rappresentava un simbolo della loro vita quotidiana, si trasforma in un simbolo di sofferenza e perdita. La coperta, una volta macchiata dal sangue del bambino, diventa simbolo di dolore permanente e libertà negata.
Sogni spezzati nelle profondità di Gaza
Un ulteriore elemento che simboleggia perdita e libertà negata dà il titolo a un altro racconto presente nell’antologia Ignorare l’assenza: Il tunnel sotterraneo di Nour-al Sousi.
In un angolo dimenticato del mondo, sotto il confine di Gaza, la tragica storia del protagonista, Said, ci mostra il dolore di una vita segnata dalla rinuncia. Mentre si trova intrappolato in un tunnel sotterraneo, Said ripercorre i momenti salienti della sua esistenza e ripensa al suo sogno di diventare medico. Il tempo passato nel tunnel è scandito dalla riflessione su come le speranze e le aspirazioni possano essere schiacciate da una realtà spietata.
Alla morte di suo padre, avvenuta in seguito al bombardamento della sua casa, Said è costretto a rinunciare agli studi e al suo sogno di diventare medico per accettare un lavoro che nessuno vorrebbe: scavare tunnel sotto Gaza. Durante un crollo improvviso che lo lascia isolato da altri lavoratori, Said rimane in compagnia solo dei ricordi dolorosi e di ogni speranza infranta. Il tunnel nel racconto simboleggia la lotta fisica ed emotiva contro una realtà catastrofica, mentre l’isolamento di Said nel tunnel rappresenta l’isolamento di Gaza dal resto del mondo.
Questi due racconti, così come tutti gli altri presenti in Ignorare l’assenza, vanno oltre la narrazione di una singola esperienza; toccano questioni di diritti umani, lotta per la sopravvivenza e per l’autoaffermazione. Ogni racconto spinge lettori e lettrici a riflettere sul ruolo cruciale della comunità internazionale nel riconoscere e rispondere alle sofferenze del popolo palestinese, senza ignorarne l’assenza da una narrazione globale che dovrebbe richiedere un impegno concreto per favorire la giustizia, la protezione e la dignità di tutti i popoli.
Lo stile di scrittura
Gli autori e le autrici dei racconti presenti nell’antologia Ignorare l’assenza adottano uno stile di scrittura che offre uno sguardo dettagliato delle esperienze vissute dai personaggi. Ogni racconto è breve; questo fa sì che i lettori abbiano a disposizione del tempo limitato per restare nella dimensione dei racconti. Ciononostante, ogni storia si aggrappa allo stomaco del lettore, strizzandolo con mani che hanno disperato bisogno di essere afferrate. Ogni parola presente all’interno dei racconti è scelta accuratamente e con l’obiettivo di trasmettere delle immagini vivide che si assicurino di essere durature e irremovibili dall’occhio del lettore.
L’antologia di Valeria Roma si presenta non solo come una testimonianza letteraria, ma anche come un’opportunità di riflessione critica e di impegno per una giustizia globale che non possa più ignorare l’assenza della voce palestinese. Attraverso le pagine di quest’opera, si delinea un’urgente necessità di comprendere le molteplici sfaccettature di un conflitto spesso ignorato e silenziato, offrendo la possibilità di sviluppare una visione più inclusiva e umanitaria.