Da Valenza all’ Himalaya in auto, storia di un padre e di una figlia perduta

Solo l’amore e il senso di appartenenza possono smuovere le montagne e azzerare tutti i confini e i limiti che l’uomo, per natura, si pone.

himalaya
Photo by Ibs.it

La storia di Dino Benvenuti ne è la prova e la montagna in questione non è che una delle più spaventose al mondo, l’ Himalaya. Tutto ha avuto inizio nel 1978 quando Dino, noto fotografo cinquantenne decide di intraprendere un viaggio alla volta dell’India per ritrovare sua figlia . Trasferitasi a Katmandu  da poco più di un anno.

“Mia figlia Lorena era in India e, scrivendo, diceva che non sarebbe più tornata. Soffrivo profondamente e decisi di partire”

Una decisione difficile che l’avrebbe portato ad abbandonare la sua ormai avviata carriera professionale per un futuro incerto ma sopratutto pericoloso. L’India, devastata dalle guerre e ferita da decenni di lotte e soprusi  è in quegli anni un posto inospitale, serrato e sospettoso, da attraversare con cautela ad occhi ben aperti.

“Un figlio vale di più, rispondevo a chi mi dava del matto a lasciare il lavoro.”

Ma nonostante l’aiuto offerto dall’amico Gianfranco Lenti per l’organizzazione di voli aerei, hotel e transfert, Dino sceglie di raggiungere sua figlia al volante di una “malandata” Ranger Simca.

Così inizia il suo viaggio da Valenza, solo, a bordo del suo, discutibile ma efficace mezzo di trasporto con una lettera tra le mani e la speranza di incontrare e stringere la figlia per tornare insieme in Italia.

Il viaggio

Quel racconto è ancora vivo negli occhi di Dino Benvenuti, che, ormai novantenne ha deciso di condividerlo attraverso il suo libro “Shambhò. Dalle Alpi all’ Himalaya 30 mila km in auto”.

“Cercando mia figlia ho trovato me stesso” confessa, e racconta i particolari di un itinerario meraviglioso che regala emozioni attraverso il solo scorrere delle  parole.

“La mancanza di benzina ad Ankara, il difficilissimo passaggio in Iran, risolto con un panettone e una bottiglia di spumante il, Natale ’78, i combattenti che inneggiavano a Khomeini. Poi l’arrivo a Goa piena di hippies che vivevano alla giornata e l’aiuto di alcuni italiani per ritrovare Lorena. «Ed eccola che mi viene incontro e mi abbraccia. Ho toccato il cielo con un dito”. Così si racconta su La Stampa.



La delusione

Purtroppo non sempre le cose prendono la piega che ci si augura. Una volta tornati insieme in Italia infatti, ciò da cui Lorena aveva scelto di allontanarsi si ripropone e la spinge a ripartire alla volta del Messico.

Qui si sposa e ha due figli. Ma Dino, noncurante dell’ennesimo ostacolo sceglie di raggiungerla dopo qualche anno e si stabilisce definitivamente in Messico, dove vive da più di vent’anni. Anche su questo ha deciso di scrivere un libro, che promette di finire al più presto, dall’alto dei suoi primi novant’anni.

Monica Bertoldo

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