Poche parole nel corso del tempo hanno cambiato significato. Una di queste è “dude“. Chi conosce l’inglese, sicuramente si è imbattuto in questo termine molto generico, dalle mille interpretazioni, ma quello che molti non sanno è la sua lunga e camaleontica storia.
“Yankee doodle dandy”
Prima di parlare dell’attuale significato del termine dude, è opportuno riavvolgere il nastro della storia e immaginarci nel XVIII secolo. Siamo in piena Guerra d’indipendenza americana. I soldati inglesi (chiamati Redcoats per via del colore rosso della divisa) si divertono a intonare una canzone intitolata “Yankee doodle dandy“, il cui fine era denigrare i “Patriots” americani. La canzone è ancora oggi assai conosciuta e voleva sminuire l’aspetto e il portamento del nemico, sbeffeggiandolo di non essere all’altezza, quanto a stile, degli inglesi. Infatti un verso recita:
Yankee Doodle went to town
A-riding on a pony,
Stuck a feather in his cap
And called it macaroni.
Il verso racconta di un americano che arriva in città, credendosi alla moda solo perché indossa capi di tendenza. Il termine “macaroni” non si riferisce alla famosa pasta, bensì al modo di dire dell’epoca che indicava lo stile altolocato e di classe degli inglesi benestanti. In poche parole, gli americani erano conosciuti ai più per essere un popolo incapace di vestirsi con stile, perché il loro era un misero e mal riuscito tentativo di emulazione.
Il termine Yankee era comune tra i tedeschi per riferirsi ai coloni inglesi nel nuovo mondo, mentre doodle proviene dal tedesco “Dödel ” che significa letteralmente stupido. La parole dandy invece era un chiaro riferimento alla moda maschile (reputata anch’essa di cattivo gusto) che dominava i salotti e i locali inglesi del XVIII secolo.
Nasce la parola dude
Dalla Guerra d’indipendenza americana facciamo un salto alla fine del XIX secolo, quando gli inglesi, stanchi di pronunciare “yankee doodle dandy“, hanno deciso di cambiare l’offesa in “doods” e poi, finalmente, in dudes. Soprattutto a New York, il termine indicava le persone che vivevano nelle città, nella comodità e nei privilegi che essa aveva da offrire. Ed è così che quindi venivano definiti gli uomini che passeggiavano per le sue vie, fieri del loro portamento e della ricchezza che ostentavano. Ancora una volta, gli abiti parlano: anelli, orologi da taschino, panciotti e sciarpe slegate , sono solo alcuni esempi dello stile dei dudes. Erano i dandy americani, coloro che non uscivano di casa se non indossavano precisi capi d’abbigliamento consoni con la loro eccentrica personalità. Erano uomini che aspiravano a vivere una vita benestante e il desiderio di vivere sopra le righe si comunicava agli altri scegliendo un stile curato nei minimi dettagli. Ma la parola dude si è evoluta ed è riuscita a farsi strada, trasformandosi in un termine capace di creare delle comunità.
Molto più di uno slang: chi è il “dude”?
La parola è riuscita a sopravvivere nel corso del tempo, cambiando connotazione. Da essere un termine dispregiativo, è riuscito a trasformarsi in un modo come un altro per chiamare una persona, uomo o donna che sia, di cui non conosciamo il nome. Non è ben chiaro come dude abbia cambiato significato, ma alcune ricerche hanno potuto constatare che la sua trasformazione sia avvenuta all’interno della comunità afro-americana degli anni ’60 del ‘900. Come molto spesso accade agli slang afro-americani, anche la parola dude è finita sulla bocca di tutti. Si chiamavano così i famosi ed invidiati surfer californiani. Sempre restando negli Stati Uniti, il dude era l’hippie degli anni ’70 che passava le sue giornate a sognare Woodstock. Insomma, gli anni passano ma la parola resta, ma a cambiare è proprio il suo significato.
Torniamo al presente: chi è il dude?
Oggi, siamo tutti potenzialmente dei dude . E’ un modo per attirare l’attenzione di una persona che possiamo anche non conoscere, ma con la quale sentiamo di condividere il punto di vista. In Italia, il termine non ha eguali, perché fanno tutti appello al genere: dude oggi, al contrario, è genderless. Quel che cambia rispetto al passato è che oggi non è necessario appartenere ad una specifica classe o comunità. Dude è un termine inserito nella cultura americana, ne è parte integrante, indipendentemente dal genere, dall’etnia e dalla classe sociale.
Questo per dimostrare che le parole possono evolversi e fare la differenza. Nel passato, non venivano considerati “veri uomini” coloro che si prendevano cura del loro aspetto. Poi il tempo passa, gli usi e i costumi cambiano e le parole per attaccare gli altri si evolvono con loro. Oggi ci sono tante altri termini che risultano offensivi, che continuano ad essere usati, spesso anche in modo superficiale. E’ a partire dalle parole che è possibile fare la differenza. E ora come non mai, è necessario comprenderlo davvero, per evitare ulteriori esclusioni.
Giulia Poggiali