Storia della Pasqua: alle origini di una festività che affonda le sue radici in una tradizione non solo cristiana

Storia della pasqua

Risale a circa 2.000 anni fa la festività cristiana che ricorda la resurrezione di Gesù Cristo. Eppure, la storia della Pasqua racconta tradizioni ben più antiche, che si intersecano con i miti pagani e diversi misteri irrisolti.

Nel mondo cristiano è la festività di maggior rilievo, poiché celebra la resurrezione di Gesù Cristo e dunque il compimento della profezia biblica, secondo cui un messia sarebbe risorto. Invece, il popolo di Israele festeggia la Pasqua da molto prima, ricordando l‘esodo degli ebrei dall’Egitto, come descritto nel Vecchio Testamento. Tuttavia, la storia della Pasqua racconta di radici ben più antiche della religione moderna, riportandoci nelle terre fredde del nord Europa, dove ancora oggi si celebra l’avvento della primavera.




Quando si festeggia

Rispetto al Natale la Pasqua non ha una data fissa, poiché cade sempre la domenica successiva alla prima luna piena, dopo l’equinozio di primavera. Scegliere quando osservare tale ricorrenza ha portato a una grande controversia, risolta solo nel 325
d.C. grazie al Concilio di Nicea, che stabilì di festeggiare nell’intervallo tra il 22 marzo e il 25 aprile. La storia della Pasqua racconta anche di questo dibattito, che trova giustificazione nel diverso evento celebrato nella tradizione ebraica, la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egizia, e in quella cattolica, legata alla resurrezione di Cristo.

Nonostante il tentativo di uniformare la ricorrenza, rimane ancora oggi una discrepanza temporale fra cristiani cattolici e cristiani ortodossi, poiché quest’ultimi non accettano la riforma del calendario attuata da Gregorio XIII (1582).

Origine del nome

In ebraico si dice pesah, nell’aramaico-giudaico pisḥā, in greco antico πασχα e nel latino volgare paschaViene tradizionalmente tradotta con l’espressione “passare oltre” e trova una sua interpretazione in tutte le tradizioni ad oggi conosciute. Infatti, per gli Ebrei il riferimento è al passaggio nel mar Rosso e per i Cristiani rappresenta il passaggio dalla morte alla vita; invece, per le culture nord europee la primavera simboleggia la rinascita della natura dopo l’inverno.

La Pasqua pagana

Una migliore comprensione dello stretto legame tra Pasqua e antichi culti pagani, richiede di scavare nelle origini della parola inglese “Easter”. Infatti, secondo alcuni studiosi la festa cristiana prende il nome dalla dea anglosassone Eostre, tipicamente raffigurata come la divinità della luce e della fertilità. Infatti, la sua immagine è stata in passato protagonista di numerose feste pagane legate all’arrivo della primavera.

La mitologia classica

Il mito di Persefone, divinità conosciuta nel mondo latino con il nome di Proserpina, veniva utilizzato nell’antichità per spiegare la rinascita della natura. Secondo la tradizione Ade, il dio degli Inferi, si innamorò della dea, allontanandola dalla madre, che ottenne tuttavia da Zeus la possibilità di stare con lei per sei mesi l’anno. Proprio nel periodo in cui la giovane torna sulla Terra, la natura germoglia e si risveglia dando inizio alla primavera.

Dunque la Pasqua e la primavera hanno un legame molto stretto e ci sono ancora oggi diverse celebrazioni primaverili che vengono osservate nel mondo, sebbene spesso meno attenzionate di quelle religiose. Ad esempio, in Polonia si celebra l’equinozio di primavera, meglio conosciuto con il nome di annegamento di Marzanna, ovvero della dea slava dell’inverno, della peste e della morte. Cambiando continente, in India è famoso il festival Holi che, con il suo tripudio di colori, festeggia l’arrivo della bella stagione.

La tradizione delle uova

Già nelle civiltà più antiche mitologiche l’uovo era un simbolo di unione tra terra e cielo, mentre i filosofi egizi vi identificavano i quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco. In un secondo momento, nella tradizione pagana, l’uovo divenne un simbolo di rinascita e di fertilità. Infatti, i Romani avevano l’abitudine di sotterrare un uovo dipinto di rosso nel terreno, sperando fosse di buon auspicio per un lauto raccolto.

Il concetto di scambio delle uova nacque in epoca pre-cristiana, nello specifico in Persia, dove era abitudine comune quella di donarsi a vicenda i frutti delle galline in occasione dell’avvento della primavera. Inoltre, non di rado si aveva già allora l’abitudine di decorare le uova prima di regalarle.




Nel Medioevo

In questa epoca storica lo scambio delle uova divenne il simbolo principale della Pasqua. I contadini le bollivano e decoravano con delle foglie, dopo averle colorate generalmente di rosso in associazione con il sangue di Cristo. Solo in un secondo momento, la religione cattolica decise di conservare la tradizione delle uova, ma associandole tuttavia alla rinascita dell’uomo in Cristo.

Le uova di cioccolato

Per comprendere le origini di questa tradizione bisogna attraversare secoli di storia e tornare all’epoca del Re Sole. Infatti fu Luigi XIV a esprimere per primo il desiderio di volere un uovo di cioccolato per le festività pasquali. L’idea del sovrano non scaturì però dall’usanza antica di celebrare la rinascita della primavera ma, piuttosto, trasse ispirazione da un’altra antica tradizione che vede nell’uovo un ideale massimo di perfezione.

Nel XX secolo l‘industria delle uova di cioccolato ha avuto una crescita esponenziale, grazie anche al pasticcere olandese Van Hauten, il quale nel 1828 ideò uno stampo concavo, grazie al quale fosse possibile produrre delle uova sottili e vuote all’interno. Questa nuova conformazione consentiva l’inserimento di un regalo all’interno del prodotto e, infatti, oggi il marketing delle uova al cacao punta proprio sulla natura del regalo da poter inserire, soprattutto nelle fasce dedicate ai bambini.

La storia della Pasqua e il coniglio

Dobbiamo addentrarci nelle tradizioni popolari teutoniche per scoprire l’origine di questa particolare storia. Secondo diversi studi, il coniglio di Pasqua nacque in Germania nel XVI secolo dalla leggenda della “lepre pasquale”, che portava le uova ai bambini buoni. Raccontata nel libro “De ovis paschalibus” di Georg Franck von Franckenau, l’aneddoto risale al 1862 ed è ancora oggi tenuto in grande considerazione nei paesi nel nord Europa. Infatti, molte famiglie sono solite donare un coniglio vero ai bambini per trasmettere loro, simbolicamente, un messaggio di speranza nel futuro.

Verso l’America

La tradizione tedesca approdò poi anche in America durante il periodo delle grandi migrazioni, ma assunse nel tempo delle caratteristiche diverse. Ad esempio, nel Nuovo Continente si ha l’abitudine di organizzare una vera e propria caccia alle uova, nascoste dal coniglio durante la notte di Pasqua.

In realtà, nella storia originale si parla di una lepre, che nel tempo ha preso le forme del coniglio, in quanto è un animale più docile e vicino alla tradizione domestica. In questa scelta si percepisce anche l’intento di voler rendere questa usanza quanto più possibile  a misura di bambino, scegliendo un animale più facilmente avvicinabile.

Viviamo in gran parte su quello che ci è stato trasmesso da coloro che ci hanno preceduto. La tradizione è un insieme di scritti, di idee, di invenzioni, di abitudini alle quali ci riferiamo ancora oggi e che rappresentano l’eredità del passato.

La storia della Pasqua è dunque intrisa di aneddoti, leggende, tradizioni popolari e religiose, che nel loro insieme conferiscono a questa festività un certo fascino. Una ricorrenza spesso esclusivamente associata al Cristianesimo, che ha in realtà assorbito usanze diverse e non di rado lontane dall’aspetto prettamente religioso.

Come ormai qualsiasi festività, ha influenzato e alimentato il mercato, diventando l’ennesima occasione per rendere una celebrazione, di qualunque natura sia, una fonte di introiti per il settore commerciale. Anche il mondo della moda, soprattutto in passato, non si è astenuto dall’influenza pasquale, colorando le vetrine di outfit particolarmente ispirati ai colori della primavera. Dunque, abiti vistosi e cappellini a tema sono diventati in passato i protagonisti di vere e proprie “sfilate di pasqua”, che proponevano i migliori capi da sfoggiare nell’elite della città.

Eppure, in questa mescolanza di tradizioni, più o meno conosciute, più o meno rispettate, è difficile non percepire la bellezza di popolazioni diverse che si incontrano e si scontrano, cambiano e si adattano, ma conservano un atavico senso di appartenenza alle proprie origini.

Carolina Salomoni

 

Exit mobile version