Lo stop all’omofobia è una necessità, non una labile possibilità
Guerra, avidità, amore: ecco le armi di distruzione di massa secondo molti. Gli scontri tra guerriglieri che si dilagano nel mondo ogni giorno, mettendo a ferro e fuoco città e in fuga popoli, distruggono senza ombra di dubbio e lo fanno senza nascondersi. L’avidità e la sete di potere, invece, distruggono internamente, strisciando tra le mura di un grande palazzo destinato alle rovine. E l’amore? Sappiamo tutti cosa sia l’amore. Prendiamo in esame un sorriso. Un bambino che sorride alla sua mamma è amore, così come un sorriso tra marito e moglie. Quando però un uomo sorride a un altro uomo e una donna a un’altra donna, ecco che arriva il marasma. Il caos è generato da coloro che non comprendono l’amore e che probabilmente non amano: diciamo stop all’omofobia.
Sorrideva Daniel Zamudio, 24enne cileno, morto dopo un mese di coma. Daniel è stato ucciso dall’omofobia mentre faceva una passeggiata al parco. Calci, pugni, svastiche incise sulla carne con cocci di bottiglia precedentemente rotta in testa, bruciatura di una gamba e sassate che hanno fratturato arti e addome fino alla rottura. Daniel sorrideva a un altro uomo e per questo è stato ucciso. Diciamo stop all’omofobia.
Il giovanissimo brasiliano David ha avuto la stessa sorte di Daniel e anche lui sorrideva. Il suo corpo è stato ritrovato in un bosco di Bom Lugar. Picchiato in casa sua, trascinato in auto, legato e lapidato. L’omofobia ha ucciso David perché anche lui sorrideva a un altro uomo. Diciamo stop all’omofobia.
Christian Ciciliano, 28 anni, è stato aggredito alla stazione di Castelfiorentino dall’omofobia. Christian sorrideva quando è stato costretto a evitare tre sassi e sorride ogni giorno perché lui ama. Christian ha denunciato. Diciamo stop all’omofobia.
Altri episodi di aggressione si sono verificati e si verificano ogni giorno in ogni parte del mondo. Questi sono solo alcuni dei sorrisi messi al bando dall’ignoranza.
Dire stop all’omofobia non solo è necessario come denunciare, è indispensabile.
Maria Giovanna Campagna