Presentata alla Camera la nuova proposta di legge per abolire le bollette ogni 28 giorni.
L’annuncio dato qualche mese fa ora è diventato concreto con la proposta di legge depositata oggi alla Camera dalla deputata e vicepresidente gruppo Pd, Alessia Morani.
La suddetta proposta ha lo scopo di mettere fine alla pratica, adottata da alcuni operatori di telefonia e pay tv, di inviare bollette con una cadenza di 28 giorni.
Facendo, così, pagare 13 bollette all’anno invece di 12 ai consumatori.
Il testo della proposta, tra l’altro, introduce l’obbligo della fatturazione dei servizi su base mensile; dispone un inasprimento dei poteri di vigilanza da parte delle competenti Autorità;un aumento delle sanzioni da queste ultime comminabili e la restituzione delle somme indebitamente percepite da parte degli operatori in caso di violazione dell’obbligo di cadenza mensile.
Inoltre, la proposta prevede il limite di modificare, da parte delle aziende di comunicazione elettronica, in modo unilaterale le condizioni contrattuali.Circostanza, quest’ultima, abbastanza usuale.
Tali modifiche “saranno ammesse solo con un giustificato motivo obiettivo”.
La proposta prevede che l’operatore sanzionato debba pagare al consumatore interessato dalla illegittima fatturazione un indennizzo forfettario, non inferiore a 50 euro.
Ciò che si spera, che insieme alla stretta sulle sanzioni,l’indennizzo sarà il vero deterrente perché considerando il numero dei contratti attivi un rimborso forfettario non inferiore a 50 euro potrà scoraggiare le aziende a intraprendere un atteggiamento dannoso e scorretto nei confronti dell’utenza.
La proposta di legge, siffatta, ha ricevuto largo consenso delle associazioni dei consumatori. Si è parlato di un ottima iniziativa che il Parlamento dovrà approvare con altrettanta rapidità.
Infine,è di rilevanza fondamentale che resti nel testo finale la previsione normativa di restituire le somme indebitamente percepite da parte degli operatori.
Nessuna legge attualmente in vigore prevede che i soldi siano automaticamente restituiti ai consumatori. A tal proposito, vi è una vera lacuna normativa.
Per la restituzione, quindi, si aprirebbero contenziosi legali che, considerati i tempi della giustizia italiana, durerebbero anni.
Anna Rahinò