Sempre più case automobilistiche stanno puntando sulla produzione di auto elettriche. Il loro impatto ambientale sarebbe infatti ridotto se pensiamo che non emettono anidride carbonica durante la guida, non generando quindi inquinamento nell’aria. Eppure, nonostante ciò, in alcuni paesi europei si sta prevedendo uno stop alla circolazione di questi veicoli. Perchè?
Partiamo dal presupposto che il Parlamento Europeo ha deciso che a partire dal 2035 non saranno più vendute auto endotermiche a benzina o diesel, favorendo sempre più la transizione alle auto elettriche. Quindi dopo tale periodo si punterebbe al progressivo termine del ciclo di utilizzo delle auto a benzina e diesel fino al totale azzeramento della loro circolazione.
Questa decisione troverebbe il proprio fondamento nella necessità di adottare soluzioni volte alla riduzione delle emissioni di gas serra, puntando al raggiungimento di un meno 55% già entro il 2030.
Intorno però alla questione delle auto a conduzione elettrica il dibattito è diviso, essendoci dubbi circa il loro basso impatto ambientale. E come se non bastasse viene proprio dall’Europa un’apparente inversione di tendenza, prevedendo uno stop alla circolazione di questi stessi veicoli.
I vantaggi delle auto elettriche
Il vantaggio primario, come abbiamo accennato, è sicuramente quello ecologico, non producendo emissioni che vadano ad incidere negativamente sulla qualità dell’aria. Le auto endotermiche invece prevedono la combustione di idrocarburi quali azoto e particolato, responsabili della maggiore concentrazione di inquinamento dell’aria.
Un altro aspetto positivo è poi sicuramente rappresentato dalla maggiore efficienza delle auto elettriche rispetto alle vetture a benzina e diesel, dato che a parità di energia consumata si percorrono più chilometri.
Per incoraggiare poi nell’acquisto di auto ecologiche sono previsti incentivi che permettono di risparmiare all’atto dell’acquisto. Il bonus auto di 2.000 euro in scadenza il 31 dicembre 2022 sarà infatti, con ogni probabilità, prorogato anche al 2023 secondo le intenzioni del Governo. Senza contare che molte regioni prevedono anche l’esenzione dal pagamento del bollo auto sulle auto elettriche per i primi anni, oppure l’applicazione di uno sconto al 50%.
Il vantaggio quindi è sicuramente anche economico.
Gli svantaggi
Al di là degli evidenti aspetti positivi non si può non tenere conto anche degli svantaggi delle automobili ad alimentazione elettrica. Ed è proprio su questo aspetto che si è aperta una diatriba che va avanti da anni.
L’unico elemento che infatti viene sempre preso in considerazione quando si parla di queste vetture è il loro impatto ambientale, senza però tener conto dell’intero ciclo di vita delle auto elettriche stesse. Non tutti sanno, ad esempio, che le batterie di queste automobili sono realizzate a partire da minerali rari, la cui estrazione è decisamente inquinante. Per non parlare del loro smaltimento!
I minerali in questione sarebbero il manganese, la grafite, il cobalto, il disprosio, il nickel e il praseodimio. Materiali affatto ecologici.
Possiamo quindi considerare queste vetture davvero ecologiche? Il dubbio resta nonostante l’Agenzia Europea dell’Ambiente nel 2018 aveva chiarito gli interrogativi in merito, sostenendo che rispetto alle auto a benzina e diesel, per tutto il loro ciclo di vita (dall’estrazione dei materiali al loro smaltimento), inquinerebbero dal 17% al 30% in meno.
Cambio di rotta: stop alla circolazione delle auto elettriche in Svizzera
Indipendentemente dal dibattito sul reale minor impatto ambientale ha destato stupore la decisione della Svizzera alcuni giorni fa. Il Paese elvetico infatti sembra aver fatto ‘dietrofront’ rispetto a quella che è ormai la tendenza europea. E la colpa sarebbe da rintracciare nel vistoso caro di energia, che inevitabilmente ha frenato il mercato dei veicoli elettrici.
Alcuni cantoni svizzeri sembrano ormai propensi a vietare la circolazione proprio delle auto elettriche di maggior potenza o meno efficienti, al fine di limitare il consumo di energia elettrica necessaria per la loro ricarica.
Ma cosa fa discutere di questa decisione? Non solo l’inversione di tendenza rispetto all’obiettivo europeo. La Svizzera infatti si è da sempre mostrata favorevole allo sviluppo e alla diffusione delle vetture elettriche, investendo, in particolare, sull’incremento, su tutto il territorio, delle colonnine per la loro ricarica e di soluzioni per la ricarica domestica. Inoltre la Svizzera può vantare una significativa percentuale di energia prodotta dalle centrali idroelettriche e nucleari.
Evidentemente però il timore che col periodo invernale si potesse assistere a riduzioni nella disponibilità di energia ha portato ad una tale scelta.
Stop agli incentivi in Svezia e Germania
In terra scandinava arrivano invece provvedimenti di altro genere, ma sempre in un’ottica volta a frenare in un qualche modo il boom del mercato di veicoli elettrici.
In Svezia infatti il Governo ha preso la decisione di eliminare l’ecobonus introdotto nel 2018, pari a ben 7.000 euro, sull’acquisto di auto ibride. E sulla stessa lunghezza d’onda anche Berlino, che li stopperà già a partire da gennaio 2023.
Altri paesi si allineeranno?
Alla luce di questi provvedimenti ci si chiede se anche altri Paesi europei potrebbero seguire a ruota queste mosse. E se anche Bruxelles potrebbe ravvedersi rispetto all’obiettivo fissato per il 2035.
Ma se questa seconda ipotesi appare più remota, quel che è certo è che alcuni Stati, tra cui l’Italia, non sono assolutamente in grado di sostenere una transizione ecologica così radicale. Soppiantare quindi completamente auto a benzina e diesel a favore di vetture solo elettriche potrebbe non essere di facile attuazione.
Queste realtà, unite alla crisi energetica, saranno in grado dunque di cambiare lo scenario ambientalista?