La WeWorld Onlus ha commissionato a IPSOS, nota società che svolge indagini e ricerche di mercato, un sondaggio sulla percezione della violenza sulle donne che coinvolgesse sia uomini che donne. Si sono dunque indagati gli stereotipi di genere per capire come il background culturale influenza questo fenomeno. Perché svolgere una ricerca simile e perché concentrarsi proprio sugli stereotipi di genere? Il motivo è presto detto.
Fonte: ipsos.com.La violenza sulle donne
La violenza sulle donne è un davvero qualcosa di cui preoccuparsi? Stando ai dati ISTAT, la risposta è sì. Basti pensare che nel 2015 quasi 7 milioni di donne hanno subito violenza (fisica o sessuale) e che circa 650.000 donne hanno subito uno stupro e 750.000 sono state vittime di tentato stupro. Il più delle volte il carnefice è il partner attuale o precedente, ma difficilmente viene denunciato (se il carnefice è straniero, le probabilità di denuncia sono 6 volte maggiori). Inoltre, assistere a violenze domestiche aumenta le probabilità di trasmissione intergenerazionale della violenza. Detto in altri termini, se un bambino assiste a violenze sulla madre durante la propria infanzia, avrà maggiori probabilità di diventare egli stesso un uomo violento.
Violenza e stereotipi di genere
Gli stereotipi sono aspettative generiche che riguardano uno specifico gruppo sociale. Perché concentrarsi sugli stereotipi di genere? Perché essi sono ritenuti dei precursori di violenze domestiche. Dalle indagini svolte nel 2014 e 2015 da WeWorld Onlus (Rosa shocking e Rosa shocking 2) emergerebbe infatti una visione stereotipata della donna. Persiste lo stereotipo tipico della donna angelo del focolare: una donna che si realizza non al lavoro ma nella vita privata, che svolge principalmente ruoli di accudimento e cura e che ha un ruolo subordinato rispetto all’uomo.
A farla da padrone sembrerebbe sia ancora il sessismo benevolo, secondo cui le donne dovrebbero essere protette dagli uomini (visione che porta ovviamente a una certa rigidità dei ruoli). Le cose oggi sono cambiate? L’obiettivo della ricerca, dal nome di “Gli italiani e la violenza assistita: questa sconosciuta. La percezione della violenza contro le donne e i loro figli” è proprio di capire questo.
Lo chef fa tutto, meno che cucinare – per quello ci sono le mogli! Fonte: businesspundit.com.La violenza sulle donne ha infatti radici profonde negli stereotipi di genere e nelle discriminazioni, che tuttora impediscono pari opportunità alle donne rispetto agli uomini. (p. 4)
Il campione
Il campione è rappresentativo della popolazione italiana ed è composto da 1.000 persone (51% donne; 49% uomini). L’età degli intervistati è compresa tra i 18 e i 65 anni. Il 59% del campione possiede il diploma, appena il 14% è laureato e il restante 27% ha un titolo di studio inferiore al diploma.
Stereotipi interiorizzati dalle donne
I dati della ricerca confermano i risultati delle indagini precedenti. Ben il 60% del campione ritiene che solo le donne siano capaci di sacrificarsi per la famiglia e che per loro l’aspetto fisico sia importante. Una percentuale compresa tra il 30% e il 40% pensa che tutte le donne vogliano sposarsi, che sia più importante per l’uomo avere successo a lavoro e che l’autorealizzazione di una donna passi per la maternità. Quasi un italiano su tre crede che spetti all’uomo mantenere la famiglia. Sebbene “appena” il 17% pensa che sia più importante per un uomo avere un’istruzione universitaria e il 13% che sia giusto che sia l’uomo a comandare a casa, se aggiungiamo gli indecisi (poco più del 20% in entrambi i casi), la situazione torna a essere poco rassicurante. È triste notare il contributo delle donne a queste percentuali, che dunque finisco per alimentare questi stereotipi di genere.
Prevenire è meglio che curare
Qui su Ultima Voce avevamo già discusso di stereotipi di genere, concentrandoci in modo particolare sulle loro conseguenze negative in ambito lavorativo. Questi nuovi dati confermano l’importanza di contrastare quanto più possibile gli stereotipi di genere, smantellandoli, lavorando così attraverso la prevenzione. Il documento realizzato da IPSOS si sofferma anche su altri aspetti importanti e interessanti, quali la tolleranza dei comportamenti discriminatori. Per questo rimandiamo al documento completo, in cui trovate tutti i dati e tutte le informazioni necessarie per essere adeguatamente informati. E voi che ne pensate? Credete che si stia sopravvalutando il ruolo degli stereotipi di genere? Trovate strani i dati emersi da questa ricerca? Cosa fate per combattere questa realtà? Cosa pensano le lettrici di questo “autosabotaggio”? Fatecelo sapere con un commento.
Davide Camarda