Quanto vi ritenete moderni? Quanto credete che le donne dovrebbero essere emancipate? Siete davvero cioè capaci di riconoscere gli stereotipi di genere? Una nuovissima review tenta di fare il punto della situazione.
Stereotipi e contesto
Gli stereotipi riflettono aspettative generali che riguardano membri di gruppi sociali particolari. Gli stereotipi sono utili quando abbiamo bisogno di fare una stima veloce della situazione per capire che comportamenti aspettarci dagli altri. In realtà, l’attribuzione di queste presunte caratteristiche a un certo gruppo sociale è piuttosto fluida, perché dipende dal contesto di riferimento. Per fare un esempio banale, magari si pensa che fare il programmatore possa essere un lavoro poco creativo…se paragonato a quello del compositore, ma magari molto più creativo rispetto a chi per professione omologa pezzi di automobili. C’è però un ambito dove questa fluidità degli stereotipi e dipendenza dal contesto hanno molte meno probabilità di emergere. Quale? Quello degli stereotipi di genere.
Gli stereotipi di genere
Infatti, il genere è considerata una caratteristica primaria nella percezione di una persona. Bambini e adulti categorizzano implicitamente e immediatamente in base al genere anche quando questa categorizzazione non è rilevante né apporta vantaggi informativi. Basti pensare che il genere viene comunemente inteso come binario nonostante non si faccia che parlare di tutta una serie di generi. È tutto questo che contribuisce a rinforzare la percezione di differenza tra uomini e donne.
Cosa c’è di vero?
I principali stereotipi di genere riguardano una maggiore intraprendenza, una maggiore fiducia in se stessi da parte degli uomini e una maggiore tendenza ai rapporti interpersonali e al prendersi cura delle persone da parte delle donne. In effetti, gli uomini in generale mettono in atto più frequentemente delle donne comportamenti rischiosi (legati alla maggiore intraprendenza) relativamente al sesso, al consumo di alcolici e di droghe, alla guida, al gioco d’azzardo, ecc. Inoltre, dati provenienti da ben 30 Paesi mostrano come ci sia ancora una forte “segregazione” lavorativa, in cui gli uomini dominano in lavori legati alle forze dell’ordine (esempio, poliziotti) e le donne in quelli legati alla cura della persona (esempio, infermiere) – oltre a occuparsi per più tempo della casa, a prescindere dal fatto di lavorare o meno.
Luoghi comuni
Queste differenze potrebbero essere spiegate chiamando in causa la diversa conformazione del corpo fra uomini e donne o le differenze ormonali, chiamando in causa i diversi livelli di testosterone e ossitocina. Tuttavia non è così. Studi recenti hanno mostrato come la divisione dei ruoli nelle società di cacciatori-raccoglitori non è così netta come si pensava. Inoltre, gli ormoni (il cui livello è anche determinato dalla situazione in cui ci si trova), non sono collegati a singoli comportamenti. E ancora, i livelli di ossitocina di uomini e donne aumentano in egual misura a distanza di 6 mesi dalla nascita del primo figlio. Infine, l’analisi di circa 1.400 cervelli ha mostrato come non ci siano differenze significative nella natura e nel volume dei tessuti cerebrali e nemmeno nella connettività neurale. Allo stesso modo, non sembrano esserci differenze sostanziali in performance cognitive, personalità e comportamenti sociali.
Allora perché?
Come abbiamo visto, non è la biologia a stabilire completamente queste differenze. Le differenze di genere, infatti, si svilupperebbero nel corso del tempo, in base al modo in cui ragazze e ragazzi vengono cresciuti. Sembra infatti che i ruoli sociali influiscono sull’auto-regolazione, sulla regolazione ormonale e sociale, aspetti che andranno a influire sulla percezione diversa di donne e uomini. A loro volta, gli stereotipi di genere influiscono sul modo in cui giudichiamo gli altri.
Amare conseguenze
Nelle materie scientifiche, studenti maschi verranno percepiti come molto bravi, anche se hanno compagne di classe con voti più alti. Nel lavoro? Un CV e una lettera di presentazione identici verranno percepiti diversamente se saranno firmati da Giovanna piuttosto che da Franco: Giovanna verrà percepita come meno competente e a Franco verranno offerti più soldi. Analizzando più di 100 studi, anche tenendo conto delle valutazioni inferiori ricevute dalle donne, gli uomini ricevono ricompense (salario, promozioni, bonus) ben 14 volte più grandi. E ancora, le donne verranno giudicate più calde, accoglienti ed empatiche anche se non lo sono. I padri verranno dunque penalizzati nell’affidamento dei figli. Ovviamente le donne vengono penalizzate se non si adeguano allo stereotipo di femminilità (trucco, vestiario, ecc.), così come gli uomini, costretti a essere sicuri di sé. Insomma: gli stereotipi ci dicono anche come gli altri pensano che dovremmo essere.
Come si combattono?
Riconoscere la natura pervasiva degli stereotipi di genere, il loro essere impliciti e subdoli come il sessismo benevolo (“le donne sono delicate e hanno bisogno di essere protette da un uomo”) devono aiutarci a individuarli e contrastarli, ridefinendo i ruoli lavorativi e sociali di uomini e donne. E voi? Quanto li subite? Quanto li usate? Fatecelo sapere con un commento.
Davide Camarda