Se leggete i miei articoli sapete che quando affronto argomenti molto tecnici e specialistici come questa che sembra una curiosità per astronomi e astrofisici, più che scendere nel tecnico mi interessa far capire dov’è il punto della ricerca, che cosa davvero cambia nel panorama generale della materia a cui appartengono, in altre parole: lo studio pubblicato su Nature proprio oggi, in che modo cambia o precisa quello che sapevamo sulle stelle novae?
Piccolo wiki sulle stelle novae
Fatto: nova in latino vuol dire nuova (novae è il plurale). Altro fatto: novae e supernovae sono fenomeni astronomici completamente diversi che in comune hanno una sola cosa, il nome o meglio cosa l’ha causato, un grosso “lampo”.
Facciamo un passo indietro: gli astronomi antichi osservavano con encomiabile accuratezza il cielo ma senza la minima nozione di cosa ci fosse davvero lassù o cosa fosse una stella, di tanto in tanto all’improvviso nel cielo notturno appariva una stella luminosissima dove prima non ce n’erano, quindi per loro era una nuova stella ed ecco spiegato il nome. Queste novae avevano sempre una durata limitata, alcune sono così luminose da essersi meritato l’appellativo di supernovae.
La scienza moderna ha scoperto che le super novae sono l’esplosione di una stella di grandi dimensioni che si avvicina alle fasi finali della sua vita, le novae invece sono un fenomeno completamente diverso che tende a ripetersi, si verifica in un sistema binario in cui una nana bianca (essenzialmente una stella morta che non era abbastanza grande da diventare una stella di neutroni, un oggetto estremamente compatto e senza reazioni nucleari, immaginate la massa del Sole compattata alle dimensioni della Terra) ruba idrogeno alla sua compagna, a un certo punto questo idrogeno che si va a depositare sulla nana bianca diventa abbastanza da innescare una reazione nucleare e quindi un’esplosione. Fatto: esistono delle novae, chiamate novae nane in cui il lampo è molto meno intenso ma si ripete a brevi intervalli di tempo (da 120 giorni a qualche anno), mentre quello delle novae classiche si stima in migliaia di anni, via di mezzo sono le novae ricorrenti con periodi di una decina d’anni.
Lo studio su Nova Scorpii AD 1437
Michael Shara che è un astrofisico del Museo di Storia Naturale di Central Park a New York e il collega Richard Stephenson dell’università Di Durham erano anni che cercavano di ritrovare la stella che diede origine alla nova del 1437, utilizzando registrazioni della volta celeste del 1923 e del 1940 hanno individuato la nube di gas espulsa nell’esplosione, dopo di che basandosi su quanta strada ha fatto negli ultimi cento anni hanno fatto il percorso a ritroso e … sbam! Là dove fu registrata la nova classica del 1437 ora c’è una nova nana.
Citando una propria ricerca precedente che ha trovato una nova nana al centro della nube di un’altra nova e una ricerca simile a firma di altri scienziati, i ricercatori avanzano convintamente l’ipotesi che non esistano tipi diversi di novae, ma che una stella nova sia un oggetto che passa attraverso più fasi che si ripetono ciclicamente per migliaia di volte in miliardi di anni, secondo lo schema stella nova => stella variabile di tipo nova => nova nana => periodo di letargo => stella nova.
Roberto Todini