I licenziamenti a catena
Il 6 dicembre ha segnato una svolta drammatica per i lavoratori di Trasnova, azienda operante nella filiera automobilistica italiana che lavora per Stellantis. Questa mattina sono arrivate delle lettere di licenziamento collettivo a 97 lavoratori, che sono poi state recapitate ai dipendenti delle sedi di Pomigliano d’Arco, Melfi, Cassino e Torino. Davanti alle entrate della sede di Stellantis a Pomigliano d’Arco (NA) è stato chiamato da giorni un presidio dei lavoratori, uniti in protesta.
L’azienda ha giustificato la decisione con la cessazione, da parte di Stellantis, di tutti i contratti in essere entro il 31 dicembre 2024. Complessivamente, 97 dipendenti sono stati dichiarati in esubero, mentre altri lavoratori con contratti precari non vedranno il loro rapporto rinnovato, portando il totale delle persone coinvolte a circa 350.
Mario Di Costanzo, segretario della Fiom Napoli, ha espresso profonda amarezza, denunciando la contraddizione tra le rassicurazioni fornite dal ministro Adolfo Urso e da Stellantis, e la realtà dei fatti. Anche Elly Schlein, Segretaria del Partito Democratico, ha espresso solidarietà nei confronti dei lavoratori di Trasnova, unendosi al presidio a Napoli e incontrando i dipendenti appena licenziati.
Ha sottolineato l’importanza di bloccare questa procedura e tentare di garantire di nuovo il lavoro a centinaia di famiglie e persone, “puntando alla riconferma della commessa” con Stellantis. Ha infine ribadito la necessità di un intervento diretto ed immediato del Governo sulla questione dei licenziamenti massicci.
La protesta dei lavoratori di Trasnova
Da giorni, i lavoratori Trasnova stanno presidiando i cancelli dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, bloccando l’ingresso delle merci e paralizzando la produzione. L’obiettivo è chiaro: attirare l’attenzione pubblica e istituzionale sulla grave crisi occupazionale che colpisce non solo i dipendenti diretti, ma anche l’intera filiera della componentistica automobilistica.
Stellantis sotto accusa e l’appello al Governo
La multinazionale automobilistica Stellantis è al centro delle critiche. Sindacalisti e politici chiedono chiarezza sulle strategie dell’azienda, accusata di non tutelare l’occupazione in Italia. La Segretaria dem si è espressa anche sull’importanza della produzione di auto elettriche nel nostro Paese e la necessità di rientrare nel mercato di massa. In più, ha ribadito e allertato al rischio di smantellamento di una filiera strategica per l’economia nazionale.
Il sindacato Fiom-Cgil ha chiesto con urgenza un intervento governativo, invocando investimenti mirati in ricerca e sviluppo e il rilancio degli stabilimenti italiani. È previsto per il 10 dicembre un tavolo di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), un appuntamento che i sindacati definiscono cruciale.
È necessario che Stellantis partecipi al confronto con una concreta disponibilità a rivedere le sue scelte. Il problema dei licenziamenti di massa, come quelli nei confronti dei lavoratori di Trasnova, è un tema generale e molto esteso in Italia: proprio per questo, anche i sindacati hanno espresso la necessità di un intervento deciso del Governo.
Anche il leader M5S Giuseppe Conte ha espresso la solidarietà e la vicinanza al fianco dei lavoratori di Trasnova, chiedendo di “scongiurare il dramma di questi licenziamenti”.
L’urgenza di un piano industriale
Oltre alle vicende italiane, Stellantis è stata richiamata all’attenzione pubblica anche negli Stati Uniti, dove l’azienda ha avviato il richiamo di oltre 317.000 veicoli a causa di un problema tecnico. Questo episodio alimenta ulteriormente le preoccupazioni sulla gestione dell’azienda e la sua visione a lungo termine.
L’attesa di risposte
Il conto alla rovescia per il 10 dicembre, il prossimo tavolo al Mimit, è iniziato, e i lavoratori di Trasnova aspettano risposte. La loro battaglia non riguarda solo i posti di lavoro, ma il futuro di un intero settore industriale che rischia di essere dimenticato.
Come sottolineato dai sindacalisti, il tavolo di confronto deve portare a soluzioni concrete per evitare che centinaia di famiglie si trovino senza reddito proprio a ridosso delle festività natalizie.
La vertenza dei lavoratori di Trasnova rappresenta un caso emblematico della crisi che sta attraversando l’industria automobilistica italiana. Le speranze sono ora riposte nell’intervento del Governo e nella disponibilità di Stellantis a rivedere le proprie strategie. Il tempo stringe, e il rischio di vedere centinaia di lavoratori esclusi dal mercato del lavoro si fa sempre più concreto.
Lucrezia Agliani