La Stazione Spaziale cinese rientra sulla Terra e potrebbe colpire l’Italia per Pasqua
Secondo quanto riportato da una circolare diffusa oggi dalla Protezione Civile a tutte le Regioni e Ministeri, la Stazione Spaziale cinese “Tiangong 1” sta cadendo e potrebbe colpire il nostro Paese. Si legge infatti che, da marzo 2016, la Stazione ha iniziato una lenta e progressiva discesa sulla Terra. Il suo rientro nell’atmosfera avverrà nel periodo compreso tra il 28 marzo e il 4 aprile 2018. La parte d’Italia interessata è quella centro-meridionale. La zona quindi sarebbe quella che parte più o meno dall’Emilia Romagna e va verso il sud.
Il quadro è incerto ma sotto controllo
“A causa della complessità dell’interazione fra la stazione spaziale e l’atmosfera terrestre, solo nelle ultimissime fasi del rientro si potranno definire meglio la data e le parti del globo terrestre coinvolte“, si legge nel documento.
L’Agenzia spaziale italiana (Asi) monitora gli spostamenti del “Palazzo Celeste”. L’Asi tiene sotto controllo attraverso radar e telescopi il decadimento della stazione. In questo lavoro è coinvolto anche il Centro di Geodesia Spaziale di Matera.
“Il ritorno sarebbe dovuto avvenire nell’Oceano Pacifico. Tuttavia, nel marzo 2016 è iniziata una lenta e progressiva discesa della stazione in modo incontrollato. Il ritorno sulla Terra della Tiangong 1 è comunque monitorato da diversi sensori di osservazione nel suo percorso orbitale che registrano la posizione ed il tasso di decadimento“, riporta sempre la circolare della Protezione Civile.
Intanto l’esplorazione spaziale cinese prosegue con la Stazione Tiangong 2, lanciata in orbita il 15 settembre 2016. Il suo lavoro in realtà potrebbe stare per terminare, poiché era stata prevista una vita operativa di due anni.
Norme di autoprotezione per la popolazione
La Protezione Civile precisa che casi reali di impatto sulla Terra sono molto rari. Per questo, non esistono delle prassi prestabilite da seguire di fronte a questo tipo di eventi. Inoltre, le variabili di avvenimenti del genere sono molte, per cui è ancora più arduo stabilire in anticipo cosa fare.
Tuttavia, possono dettarsi alcune indicazioni utili alla popolazione per auto-proteggersi, qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all’impatto.
Ecco cosa fare su consiglio della Protezione Civile:
• È poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici. Pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate.
• I frammenti, impattando sui tetti degli edifici, potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone. Pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici.
• All’interno degli edifici, i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono: per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi); per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti.
• È poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto.
• Alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.
Rossella Micaletto