La Procura di Bologna ha chiuso le indagini sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, 85 morti 200 feriti, la più grave strage terrorista della storia italiana.
Per gli inquirenti bolognesi i colpevoli che si aggiungono a quelli già condannati sono:
- Paolo Bellini fascista di Avanguardia nazionale, esecutore.
- Licio Gelli fascista della Repubblica di Salò, capo della Loggia P2, mandante.
- Umberto Ortolani banchiere e bancarottiere, finanziatore e mandante.
- Federico D’Amato, prefetto e capo dei servizi segreti legato alla CIA, mandante e depistatore.
- Mario Tedeschi, fascista della Repubblica di Salò senatore del MSI del fucilatore Almirante a cui si vogliono dedicare strade, mandante.
Questi nomi confermano ciò che abbiamo sempre denunciato, la strage, come tutte le altre che hanno insanguinato il paese per un decennio, fu di mano fascista e con mandanti nel sistema di potere e nello stato, con complicità e coperture nella NATO e negli USA.
A questo bisogna aggiungere che il presidente
Cossiga fu a sua volta responsabile di un vergognoso depistaggio sulla strage di Bologna,
indicando nei palestinesi e in chi era vicino a loro i responsabili di essa. E poi mai bisogna dimenticare che alla Loggia P2 appartennero politici, generali, giudici, affaristi vari, giornalisti, uno dei quali, Berlusconi, è stato a lungo capo di governo nella seconda repubblica. Che guarda caso ha finito per assomigliare sempre più a quella delineata da Licio Gelli nel suo Piano di Rinascita Democratica.
In questo paese dove trionfano ufficialmente i falsi ricordi e la vuota memoria, sarebbe necessaria che la storia del golpismo fascista e di stato che insanguinò il paese diventasse STORIA. Questo paese non sarà mai immune dal fascismo vecchio e nuovo fino a che non avrà il coraggio di ricordare e condannare almeno nella memoria gli autori, i mandanti, i complici, delle stragi che hanno colpito non solo le persone, ma la democrazia.
E poi c’è bisogno di pulizia sulle viltà, sugli opportunismi, sui giochi di potere che hanno permesso agli assassini di farla franca e di morire sereni nel proprio letto.
La strage è fascista e di stato e tanti, troppi non hanno voluto dirlo quando sarebbe più servito. Dopo quarant’anni diciamolo ora.
Giorgio Cremaschi