“Stay woke!”: cos’è la Woke culture e perché viene criticata

Stay woke

“Stay woke!”, “Get woke, go broke”-definizione, breve storia, critiche e riflessioni del movimento contemporaneo statunitense della Woke Culture e della Cancel culture

Cos’è la Woke Culture e cosa significa “Stay woke!”

La “Woke culture” (Stay woke!) è un termine del ventunesimo secolo di origine statunitense originatosi dall’Inglese afro-americano vernacolare che si riferisce ad una presa di coscienza dei problemi sociali nello specifico riferiti al problema del razzismo e della discriminazione (degli Afro-americani), dell’ineguaglianza sociale degli LGBTQIA+ e di altre parti della popolazione di cui non sempre vengono rispettati i diritti umani, la libertà di pensiero e il libero arbitrio o che non vengono visti come alla pari di altri. O che in un certo senso godono di minori diritti (umani) rispetto ad altre persone o sono meno tutelate legalmente o nella vita quotidiana. 

Woke culture, breve storia e politica

“Stay woke” veniva inizialmente usato dalle persone afro-americane, ma è stato poi adottato anche da quelle persone di altre etnie che protestavano a favore del movimento del Black Lives Matter (BLM) o comunque a favore dei diritti umani delle persone afro-americane. 

Col tempo tuttavia il termine “woke” è stato utilizzato in riferimento alle ideologie di sinistra (della politica statunitense) per le lotte sociali includendo quindi anche quelle lotte non solo contro il razzismo e la discriminazione della popolazione afro-americana ma anche rispetto alla comunità LGBTQIA+ e al sessismo e alla violenza sulle donne. 

Dal 2020, “Woke” è stato usato dall’ala destra della politica statunitense e di altre fazioni politiche occidentali di destra con sarcasmo in riferimento alle ideologie e ai movimenti di sinistra con cui erano in disaccordo, divenendo perciò un termine offensivo per diversi attivisti sociali di sinistra impegnati nella lotta alla discriminazione.

Woke culture e Cancel culture

La “Cancel culture”, termine anch’esso originatosi dall’Inglese afro-americano vernacolare nello stesso periodo della “Woke culture” viene spesso vista come parte integrante di quest’ultima: si riferisce al fatto di eliminare o boicottare quei programmi tv, film, serie tv, libri oppure anche di togliere credibilità (o anche fare perdere il lavoro e la buona immagine) delle persone che hanno inneggiato al razzismo, alla discriminazione e al non rispetto dei diritti umani, dell’opinione, della volontà, del pensiero inizialmente degli Afro-americani, e, in seguito, anche della comunità LGBTQIA+ e delle donne.

Secondo alcune persone, la “Cancel culture” sarebbe criticata come troppo radicale e perciò da abbandonare, anche per i motivi che di seguito verranno analizzati.

Perché la Woke culture e la Cancel culture vengono criticate

La “Woke culture” così come la “Cancel culture” vengono spesso criticate, non solamente dall’ala di destra ma anche da altre persone, per i seguenti motivi: 

Conclusioni e riflessioni: Woke culture necessaria o deleteria?

Nonostante le pesanti critiche allo “Stay woke!”, importanti per sviluppare un pensiero critico nei confronti di questo termine ed ideologia, si potrebbe pensare che questa ideologia e movimento sia una fase ancora decisamente fondamentale e necessaria nella storia moderna mondiale e di ogni singolo paese al fine di raggiungere pari diritti e opportunità per tutte quelle categorie di persone spesso non rispettate o non sufficientemente legalmente tutelate dallo Stato.

Tuttavia è bene sempre focalizzarsi su pari opportunità e diritti invece che sul privilegio, ed è inoltre bene rivolgere l’attenzione anche ad altri importanti problemi mondiali sociali, umani, animali, ambientali ed economici, che stanno condizionando in negativo la vita umana, animale e ambientale.

Infine, potrete dare un vostro giudizio personale sulle critiche relative all’essere radicali, al non rispettare la libertà di pensiero, al non perdonare o al rovinare l’industria dell’intrattenimento e altre aziende e industrie.  

 

Vezzosi Giada

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