Martedì 14 luglio, prima dell’alba, l’artista Marc Quinn e la giovane attivista Jen Reid del movimento Black Lives Matter hanno mostrato al mondo una nuova installazione pubblica temporanea: la statua di Jen Reid. L’opera è stata messa sul basamento vuoto della scultura di Edward Colston a Bristol, Inghilterra.
La statua di Jen Reid è stata creata in acciaio e resina nera a grandezza naturale. L’opera è stata ispirata dalla foto che ritrae la giovane manifestante in piedi sul plinto vuoto con il pugno alzato in segno di vittoria. L’immagine è stata scattata e postata su Instagram lo scorso giugno, durante la protesta Black Lives Matter in cui la statua del commerciante di schiavi del 17° secolo Edward Colston è stata volutamente gettata in acqua a Pero’s Bridge.
L’opera si chiama A Surge of Power (Jen Reid) 2020 ed è stata installata senza il consenso formale da parte delle autorità.
Jen Reid ci spiega come il gesto di salire sul basamento vuoto durante la protesta sia nato spontaneamente:
Sulla via del ritorno dalle proteste del 7 giugno, ho sentito un travolgente impulso di arrampicarmi sul basamento, appena spinto a farlo dagli eventi che avevano avuto luogo poco prima. Vedendo la statua di Edward Colston essere gettata nel fiume sembrava un momento veramente storico, enorme.
Quando ero lì sul basamento e alzai il braccio in un saluto di Black Power, era totalmente spontaneo, non ci pensavo nemmeno. Era come se una carica elettrica di energia mi attraversasse. I miei pensieri immediati erano per le persone schiavizzate che morirono per mano di Colston e per dare loro il potere. Volevo dare potere a George Floyd, volevo dare potere ai neri come me che hanno subito ingiustizie e disuguaglianze. Un’ondata di potere a tutti loro..
Cosa significa la statua di Jen Reid?
Questa scultura ha lo scopo di creare una posizione per mia madre, per mia figlia, per i neri come me. Si tratta di bambini neri che lo vedono lassù. È qualcosa di cui essere orgogliosi, avere un senso di appartenenza, perché in realtà apparteniamo qui e non andiamo da nessuna parte.
L’artista Marc Quinn racconta nel suo sito personale com’è nata l’idea e come è riuscito a coinvolgere Jen:
Questa scultura cattura un momento. È successo nel mezzo della notizia e dell’effetto a catena mondiale causato dall’omicidio di George Floyd – tutto ciò che avevo seguito. Una mia amica mi ha mostrato una foto su Instagram di Jen in piedi sul plinto di Bristol con il pugno in un saluto al Black Power. Il mio primo pensiero istantaneo è stato l’incredibile realizzarla in quell’istante. È un’immagine così potente, di un momento in cui ho sentito che doveva essere materializzato, per sempre. Ho contattato Jen tramite i social media per discutere dell’idea della scultura e mi ha detto che voleva collaborare.
L’arte pubblica è fondamentale per stimolare l’attenzione della cittadinanza di fronte alle questioni urgenti. Secondo l’artista Marc Quinn il basamento di Edward Colston era il posto giusto per condividere con la cittadina di Bristol la sua scultura contro il razzismo.
L’artista inoltre afferma che la scultura non è una soluzione permanente ma che è solo un raggio di luce, necessario per non far dimenticare alla gente la questione inaccettabile del razzismo. E’ necessario che tutti contribuiscano a questa causa così da poter dare il loro sostegno per estirpare il problema del razzismo integrato nell’istituzione e nella società. Questo è un periodo storico importante perché potrebbe essere un punto di svolta globale per l’equità e la giustizia della popolazione mondiale.
Il possibile ricavato dalla vendita della statua di Jen Reid andrà in beneficenza
Se la statua A Surge of Power (Jen Reid) 2020 verrà venduta il suo ricavato sarà devoluto in beneficenza alla Cargo Classroom di Bristol e all’impresa sociale The Black Curriculum per l’insegnamento e l’integramento della “storia dei neri” agli adolescenti del Regno Unito.
Cristina Meli
Spero anch’io si possa arrivare a una svolta culturale. Siamo tutti esseri umani, con gli stessi diritti e doveri.
Grazie per l’articolo. Brava Cristina!!!!!
Ciao 🙂
Grazie a te Marina, ciao a presto
Debbo premettere che considero i poliziotti locali americani dei gangaster in divisa e che l’80% di loro andrebbe sostituito.
Ma non si può camminare distruggendo il passato. Se avessimo la stessa sensibilità che avevamo cento o trecento anni fa, significherebbe che non abbiamo compiuto alcun progresso morale.
Perciò obbrobrioso abbattere la statua di quello che allora era considerato un benefattore, per immetterne una col pugno chiuso, simbolo di un ideologia che ha fatto cento milioni di morti nel mondo, e che adesso rappresenta un feroce movimento razzista e antisemita nero.
Grazie Francesco per condividere con noi il tuo pensiero. A presto -CM-