La recente iniziativa di posizionare una statua di D’annunzio a Trieste ha scoperchiato un vaso di Pandora. L’idea dell’amministrazione locale? celebrare i 100 anni dall’impresa di Fiume con un monumento dedicato al “Vate” da posizionare nella centralissima piazza della Borsa. Non tutti i cittadini però hanno apprezzato la proposta. Ed ecco che la polemica dilaga e le raccolte firme si sprecano.
I cittadini hanno avviato una petizione per bloccare l’iniziativa fin dal momento in cui la possibilità che venisse istallata la statua di D’annunzio a Trieste si è paventata. Le firme raccolte sono già quasi 3 mila. Gli oppositori, sostenuti dai rappresentanti locali del PD, sostengono che Gabriele D’annunzio non è una figura amata in città per via della sua vicinanza agli ideali del fascismo. Ma non solo.
Il punto cruciale della protesta risiede infatti nell’occasione che ha dato seguito a detta iniziativa. A nulla stanno servendo le rassicurazioni del sindaco Roberto Dipiazza (Forza Italia). Il primo cittadino di Trieste sta cercando di portare l’attenzione sul D’annunzio poeta e artista piuttosto che sul personaggio storico. Sarebbe forse più semplice seguire il consiglio se l’idea della statua non fosse sorta in occasione dei 100 anni dalla conquista di Fiume, che con il profilo del poeta e del letterato c’entra ben poco. Non mancano poi voci che si levano in favore dell’istallazione del monumento. Ed anzi, è stata avviata una seconda petizione anche da coloro che sostengono l’idea della statua di D’annunzio a Trieste. La fazione dei sostenitori, è capitanata da Isabella Rauti (Fratelli d’Italia).
Tutto questo, naturalmente, ci porta a considerare che l’intera vicenda abbia assunto toni prettamente politici. La stessa figura di D’annunzio non si può forse neanche considerare più il vero fulcro della questione (con quello che probabilmente sarebbe suo sommo rammarico). Risulta tuttavia interessante considerare quanto a volte risulti difficile isolare la grandezza dell’artista dall’imperfezione e dalle colpe dell’uomo. Personaggi dal valore culturale inestimabile risultano spesso ostaggi delle loro stesse scelte, delle loro opinioni, dei loro errori. Ci si chiede, dunque, fino a che punto si possa pretendere la purezza più assoluta da coloro che vengono ricordati per il loro talento e la loro arte. La vicenda della statua di D’annunzio a Trieste, è, in tal senso, uno spunto di riflessione perfetto.
Livia Larussa