Il Governo, in occasione del Consiglio dei Ministri dell’11 aprile, ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza per l’immigrazione su tutto il territorio nazionale, per gestire il flusso straordinario di arrivi nel nostro Paese. Cosa cambia?
Su proposta del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, il Governo di Giorgia Meloni ha deliberato lo stato di emergenza per l’immigrazione su tutto il territorio nazionale. È stata presa questa decisione per gestire il flusso straordinario di persone migranti attraverso le rotte del mediterraneo, che ha registrato un incremento del 300% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e in conseguenza del “gravissimo sovraffollamento dei centri di accoglienza e dell’hotspot di Lampedusa”. Lo stato di emergenza durerà sei mesi e coinvolgerà la Protezione Civile e la Croce Rossa italiana.
Con la delibera dello stato di emergenza si stabilisce uno stanziamento di risorse finanziarie da destinare agli interventi urgenti e da attingere dal Fondo per le emergenze nazionali. Il primo stanziamento è di 5 milioni di euro, che dovrebbe arrivare fino a 20 milioni nel corso della durata dello stato di emergenza.
Cos’è lo stato di emergenza
Lo stato di emergenza è un provvedimento che consente al Governo, nel caso in cui si trovasse davanti un particolare problema (crisi umanitarie, calamità naturali o in generale un evento straordinario), di stanziare fondi ad hoc e di assumere poteri straordinari. L’esecutivo, infatti, potrà emanare ordinanze anche derogando alle norme in vigore.
Lo stato di emergenza nazionale è regolato dal Codice della Protezione Civile. Dal 2013 ad oggi è stato dichiarato 128 volte, quasi sempre per eventi di natura meteorologica. Caso lampante, che sicuramente ricorreremo tutti, è stato quello dichiarato dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione della pandemia da Covid19.
Insomma, per il Governo Meloni l’immigrazione è un’emergenza che deve essere gestita al pari di una pandemia su scala globale o di un terremoto che distrugge infrastrutture e vita delle persone. In ogni caso, un’emergenza c’è: guardiamo ai numeri.
I dati del Viminale sull’immigrazione
Il Ministero dell’Interno ha da poco pubblicato dati sugli sbarchi e l’accoglienza di migranti avvenuti nel nostro Paese dall’inizio del 2021 al 12 aprile 2023.
Dal 1 gennaio al 12 aprile 2023, le persone che sono arrivate in Italia tramite le rotte del mediterraneo sono state 31.357. Nello stesso periodo, nel 2021 la quantità si assestava a 8.505 mentre nel 2022 è arrivata a quota 8.432. Un aumento vertiginoso.
Gli obiettivi che il Governo vuole realizzare con lo stato di emergenza per l’immigrazione
Abbiamo deciso lo stato di emergenza sull’immigrazione per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi.
Queste le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Fonti di Palazzo Chigi hanno riferito che:
Con lo stato di emergenza, si potranno realizzare procedure e azioni più veloci per offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard. Si potranno inoltre aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia, potenziando le attività di identificazione ed espulsione.
Storicamente, però, rimpatriare si è sempre rilevato molto difficile ed improbabile. Non è certo lo stato di emergenza che permetterà di farlo più agevolmente. Sostanzialmente di parla di velocizzare le procedure di accoglienza e la redistribuzione dei migranti sul territorio nazionale. Poco cambia da prima: forse, l’unico obbiettivo del Governo è quello di creare allarmismo.
Lo stesso ministro che ha proposto lo stato di emergenza, Nello Musumeci, ha ammesso:
Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo a un intervento consapevole e responsabile dell’Unione Europea.
Per ultimo, il Governo Meloni ha intenzione di restringere ulteriormente la protezione speciale tramite un pacchetto di emendamenti al decreto Cutro, su cui le forze di maggioranza hanno trovato un accordo politico.