Il rapporto “Stato di azione climatica 2023” evidenzia il nostro scarso impegno contro il surriscaldamento

Se non raddoppiamo in nostri sforzi per limitare l'aumento della temperatura terrestre, ci troveremo di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti

Stato di azione climatica

Uncontrollable wildfire, forest fire. Original public domain image from Flickr

Il report “Stato di Azione Climatica” funge da campanello d’allarme dei gravi impatti climatici che ci troveremo ad affrontare se non adoperiamo ogni mezzo possibile per ridurre le emissioni di gas serra.

Che cosa evidenzia lo “Stato di azione climatica”?

Il World Resources Institute (WRI), in collaborazione con altre organizzazioni ambientali, recentemente ha pubblicato un rapporto intitolato “Stato dell’Azione Climatica 2023. Questo documento è stato diffuso in previsione della fase conclusiva del Global Stocktake, un processo periodico e globale di revisione delle azioni e degli sforzi dei vari Paesi nel contrastare il cambiamento climatico che è svolto nel periodo di novembre. La relazione fornisce una valutazione dettagliata dei progressi compiuti per mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Tuttavia, funge altresì da segnale di allarme, mettendo in evidenza le sfide e le difficoltà generalizzate degli sforzi globali nel raggiungere l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, come concordato nell’Accordo di Parigi.

Il verdetto preoccupante: l’allarme delle organizzazioni ambientali

Lo “Stato dell’Azione Climatica 2023” mette in evidenza che rivela che, ad eccezione delle vendite di auto elettriche, tutti gli indicatori esaminati stanno gravemente mancando gli obiettivi del 2030 per il limite di temperatura di 1.5°C. Su 42 parametri, sei sono considerati “fuori strada”, poiché si stanno muovendo nella direzione corretta ma con una velocità insufficiente, nonostante mostrino dei promettenti di progresso. Allo stesso modo, ben 24 indicatori sono classificati come “ben fuori strada”, poiché stanno procedendo nella giusta direzione, ma ad un ritmo notevolmente al di sotto di quanto richiesto per raggiungere gli obiettivi del 2030.

Un ulteriore allarme è rappresentato da sei indicatori che stanno addirittura procedendo nella direzione completamente sbagliata, richiedendo una inversione di marcia urgente per evitare conseguenze climatiche irreversibili. Tra questi figurano la diminuzione del sostegno finanziario pubblico per i combustibili fossili e il crescente controllo sulla deforestazione.



Cinque indicatori invece non forniscono dati sufficienti per monitorare i progressi, complicando ulteriormente la valutazione e l’adozione di misure correttive. Questi dati sottolineano l’urgente necessità di un’accelerazione significativa nelle azioni climatiche globali per raggiungere gli obiettivi del 2030 e mantenere il limite di temperatura di 1.5°C.

Nonostante ciò, si delineano alcuni segnali positivi. Le vendite di veicoli elettrici hanno registrato una crescita esponenziale nell’ultimo quinquennio, costituendo attualmente il 10% delle vendite complessive. Tale dato rappresenta l’unico parametro in linea con gli obiettivi del 2030. Tuttavia, è imperativo estendere tale progresso a settori chiave come la produzione di energia da fonti rinnovabili e la riduzione dell’impiego del carbone.

Il duro commento degli esperti: il richiamo all’azione immediata

Il rapporto ha generato diversi commenti critici da parte degli esperti. Louise Jeffery del NewClimate Institute ha sottolineato che «la scelta di apportare cambiamenti graduali non è più sostenibile», sostenendo invece che è indispensabile intraprendere una «trasformazione radicale delle azioni a favore del clima». Razan Al Mubarak, Climate Change High-Level Champion dell’ONU, ha dichiarato che «l’anno in corso riveste un’importanza cruciale» e ha evidenziato la necessità di adottare un «approccio basato sui successi che stiamo già osservando». Entrambi gli esperti richiedono un’immediata e significativa modifica nelle strategie e nelle azioni per affrontare la sfida del cambiamento climatico.

In aggiunta, Ani Dasgupta, Presidente e CEO del World Resources Institute, ha affermato: «Sta diventando sempre più chiaro e urgente correggere la rotta sul clima. Sarà necessaria un’azione drastica da parte di tutti noi – governi, aziende, città – per abbracciare il cambiamento sistemico necessario per creare un futuro vivibile e prospero per le persone, la natura e il clima».

Helen Mountford della ClimateWorks Foundation osserva invece come «stiamo vedendo i veicoli elettrici decollare più velocemente di quanto pensassimo possibile solo pochi anni fa».

Raccomandazioni del WRI nello “Stato di azione climatica”: un piano d’azione globale

Il WRI, insieme ad altre organizzazioni ambientali, ha delineato una serie di raccomandazioni chiave per invertire la tendenza attuale e limitare il riscaldamento globale a 1.5°C entro il 2030.

Incremento massiccio di energia solare ed eolica

La quota di produzione di elettricità da energia solare ed eolica deve crescere dal 14% all’ambizioso 24%, richiedendo un aumento significativo degli investimenti in queste tecnologie.

Diminuzione dell’uso del carbone

La produzione di elettricità da carbone deve diminuire sette volte più velocemente rispetto ai tassi attuali. Questo implica la chiusura di circa 240 centrali a carbone ogni anno fino al 2030.

Espansione rapida delle infrastrutture di trasporto rapido

La copertura delle infrastrutture di trasporto rapido deve crescere sei volte più velocemente, richiedendo la costruzione di sistemi pubblici tre volte più grandi della rete di New York City ogni anno.

Riduzione accelerata della deforestazione

Il tasso annuale di deforestazione, equivalente a deforestare 15 campi da calcio al minuto nel 2022, dev’essere ridotto quattro volte più velocemente entro il 2030.

Cambiamenti nelle diete

Promuovere diete più sane e sostenibili, riducendo il consumo pro capite di carne in regioni ad alto consumo a due porzioni a settimana o meno entro il 2030.

Il messaggio dello “Stato di azione climatica”

Lo “Stato di Azione Climatica 2023” è un richiamo pressante a un’azione immediata e globale. Le raccomandazioni chiave del rapporto pongono l’accento sulla necessità di una trasformazione radicale nei settori critici per evitare una crisi climatica senza precedenti. Con la COP28 all’orizzonte, il mondo si trova a un bivio cruciale, dove la scelta della speranza potrebbe ancora invertire la rotta verso un futuro sostenibile.

Nicola Scaramuzzi

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