Stati Uniti: Trump pronto a dichiarare lo stato di emergenza

Stati Uniti

Il presidente degli Stati Uniti sarebbe pronto a dichiarare lo stato di emergenza nazionale ai confini con il Messico.

Stando a quanto emerge da alcuni documenti in possesso dalla Cnn, alla Casa Bianca si sta preparando una bozza di proclamazione dello stato di emergenza nazionale.  Questa la risposta del Presidente Trump dopo la bocciatura in Senato della legge anti shutdown.  Non solo, pare poi che il Presidente abbia trovato oltre 7 miliardi di dollari da destinare alla costruzione del muro. Da sempre grande cruccio di Trump.

Trump pronto a scavalcare il Congresso

Non si fanno progressi sul fronte dello shutdown, che da un mese tiene impantanato il governo federale. Dallo scorso 21 dicembre, infatti,  il disaccordo tra Repubblicani e Democratici sulla legge di bilancio ha causato la parziale chiusura delle attività del governo e dei servizi pubblici.  Kevin Hasset, il numero uno dei consiglieri economici dell’esecutivo USA, ha ammesso che se lo shutdown dovesse durare per tutto il primo trimestre, la crescita statunitense potrebbe scendere a quota zero.  Intanto, stando alle stime elaborate da S&P Global, i costi del blocco ad oggi si attestano a circa 5,7 miliardi di dollari. La stessa cifra richiesta dal Presidente degli Stati Uniti per la costruzione del muro.

Almeno per il momento, l’unico muro in vista è quello che divide il Presidente dai leader democratici del Congresso.  Il tycoon non demorde, ed è pronto a scavalcare il Congresso e a mettere mano ai fondi stanziati nel bilancio del Pentagono per costruire, almeno in parte, il muro di confine con il Messico.  Se dovesse andare in porto la dichiarazione dello stato di emergenza, il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito degli Stati Uniti verrebbe subito dispiegato per la costruzione del muro. Tuttavia, parte dei territori  sul confine messicano rientrano all’interno di proprietà private. Per poter essere utilizzate dovrebbero quindi essere sequestrati dall’amministrazione. Un’azione possibile, in quanto concessa per attività di uso pubblico,  ma non per questo semplice.  L’acquisizione della proprietà privata, anche se volontaria, può infatti richiedere fino ad un anno di tempo. Dalla Casa Bianca non sono tuttavia ancora giunte dichiarazioni in merito.




Russiagate: ancora problemi per Trump

Non finiscono i problemi per Donald Trump. Dopo le indiscrezioni sullo stato di emergenza, giunge la notizia dell’arresto di Roger Stone. Da decenni spin doctor della destra repubblicana e amico storico di Trump, tanto da seguirne informalmente la campagna elettorale del 2016. Le autorità hanno arrestato il sessantaseienne  in Florida, nell’ambito delle indagini sul Russiagate. A renderlo noto l’ufficio del procuratore speciale Robert Muller, che da maggio 2017 indaga sulle presunte influenze dei russi sul voto americano.

A Stone vengono contestati i reati di corruzione di testimoni, ostruzioni e falsa dichiarazione. Stando poi a quanto emerso dalle indagini, Roger Stone tentò in prima persona di ottenere le email rubate da Wikileaks, in modo da danneggiare i candidati rivali del magnate americano.  Sarah Sanders, portavoce della casa Bianca, ha dichiarato che l’attuale presidente degli Stati Uniti non ha avuto alcun ruolo nei fatti contestati a Stone.

Emanuela Ceccarelli

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