Il mercato della marijuana frutterà ben 92 milioni di dollari agli Stati Uniti nel 2021. In Italia ci sono “cose più importanti”.
Se ce ne fosse stato bisogno, ecco l’ennesima prova che bisogna abbandonare il proibizionismo. Mentre gli Stati Uniti entreranno 92 milioni solo nel 2021 in Italia personaggi politici come Matteo Salvini parlano di “morte”. La fallacia non va nemmeno cercata, semplicemente a causa della marijuana non è mai morto nessuno.
“Soltanto” 92 milioni di dollari
Che il mercato della marijuana possa essere estremamente redditizio per le casse dello Stato è un argomento appurato ormai da anni. Le mafie fanno di questo traffico il loro principale introito, ed ogni anno guadagnano milioni di euro esentasse. Gli Stati Uniti, dove negli ultimi anni la marijuana è diventata legale in quasi tutti gli Stati federali, hanno compreso le potenzialità del mercato e ci si sono, giustamente, immersi.
La previsione vede ben 160 milioni di dollari nelle casse dello Stato nel 2025 derivanti dal mercato della canapa. Questo non considerando l’ipotesi, tutt’altro che remota, di una legalizzazione a livello federale. Infatti, anche se il presidente Biden non sembra essere totalmente d’accordo, l’idea potrebbe vedere la luce proprio nel corso dei prossimi anni.
La California guida la classifica, e guadagnerà dal mercato della marijuana ben 20 milioni di dollari nel 2021. Seguono altri Stati ad ovest come Washington, Oregon, Nevada, Arizona e Colorado, mentre sono ancora indietro nella parte orientale del paese. Lo Stato che incasserà più dollari in relazione alla popolazione è però il Nevada, che progetta di guadagnare quasi 2000 dollari per cittadino dal mercato della canapa.
Solo gli USA?
L’esempio degli Stati Uniti è soltanto l’ultimo di una lunga serie. Il Canada ad esempio, che ha legalizzato la marijuana il 17 ottobre 2019, ha guadagnato ben 127 milioni di dollari nel primo anno di mercato legale. Inoltre non si è registrato un particolare aumento del consumo di cannabis nella popolazione. Questo dato d’altronde ci era già confermato dalle esperienze dei paesi che già da anni hanno legalizzato la marijuana.
Anzi, i dati raccolti in Stati che possono vantare esperienza decennale con la legalizzazione parlano di percentuali in ribasso. In Olanda la percentuale di giovani che fanno uso di marijuana è calata costantemente tra il 1996 e il 2012. La percentuale di consumatori giovani in Portogallo, dove la depenalizzazione è stata portata avanti in modo serio, è del 12,6%, a fronte del 35% italiano.
Continuano le politiche proibizioniste
Se si pensa al nostro paese, tenendo in considerazione i dati sopra elencati, la situazione è drastica. L’Italia è di gran lunga uno dei paesi europei che consuma più marijuana in assoluto, e il dato non è destinato a calare. Se si considerano solo i cittadini tra i 18 ed i 65 anni di età i consumatori sono ben 37 milioni. Tutto il ricavo di tale mercato al momento finisce nelle tasche delle mafie.
Dovrebbe inoltre essere inutile ricordare il numero di posti di lavoro che creerebbe un mercato come quello della cannabis, nonché i soldi che porterebbe allo Stato sotto forma di tasse. Purtroppo però in un paese in cui la sinistra preferisce governare insieme a tutti gli altri piuttosto che portare avanti serie campagne di sensibilizzazione su determinati temi le prospettive non sono delle più rosee.
La marijuana è soltanto un altro dei problemi che il Governo italiano sembra voler ignorare ormai da anni. Le fanno compagnia l’eutanasia, il salario minimo, il tema ambientale e la regolarizzazione dei migranti. E mentre il progressismo riempie le bocche dei politicanti, ma non le menti, milioni di italiani, spesso molto giovani, vengono processati ogni anno per reati legati all’uso di marijuana.
Si dice che in Italia le cose arrivino una decina di anni dopo l’America, eccezion fatta per la mafia. La speranza, quindi, è che tra 10 anni l’Italia possa guadagnare 92 milioni di euro dal mercato della marijuana, o che qualcuno cerchi di scardinare questo orrendo, ma realistico, luogo comune.
Marzioni Thomas