Secondo un recente rapporto del New York Times, gli Stati Uniti hanno fornito a Israele un’enorme quantità di armi dall’inizio del conflitto a Gaza. Le cifre, ottenute dal Jewish Institute for National Security of America, indicano che Washington ha inviato oltre 20.000 bombe non guidate, circa 2.600 bombe guidate e 3.000 missili di precisione.
Fornitura di oltre 20.000 bombe non guidate e altri dettagli sulle spedizioni di armi
Le bombe non guidate, spesso chiamate “dumb bombs”, sono meno precise e possono causare un numero maggiore di vittime civili, specialmente in aree densamente popolate come Gaza. Le dumb bombs sono armi più vecchie e meno sofisticate rispetto alle loro controparti guidate, e la loro precisione limitata le rende estremamente pericolose in contesti urbani affollati.
Oltre a queste bombe, Israele ha ricevuto una vasta gamma di armamenti tra cui aerei da combattimento, sistemi di difesa aerea e munizioni varie. Molte di queste spedizioni sono state classificate o tenute nascoste per motivi di sicurezza e politica. Una revisione della Foundation for Defense of Democracies ha sottolineato che le armi consegnate entro marzo rappresentano già una quantità e una varietà considerevoli, suggerendo una collaborazione stretta e continua tra gli Stati Uniti e Israele sul fronte militare.
Visita di Netanyahu a Washington
La notizia dell’invio delle armi si è diffusa mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si trovava a Washington. Il 25 luglio, Netanyahu ha incontrato il presidente Joe Biden e il vicepresidente degli Stati Uniti, dopo aver tenuto un discorso al Congresso il giorno precedente,da vergognosi applausi che celebravano non solo lui, ma anche le atrocità commesse dalpaese che rappresenta. Durante questa visita, Israele ha aumentato la pressione sull’amministrazione Biden e sui legislatori per ottenere l’approvazione rapida delle armi necessarie a difendersi dall’Iran e dai suoi alleati.
Il timing della visita di Netanyahu non è casuale. Il conflitto a Gaza ha intensificato le richieste di Israele per un supporto militare più robusto, e la presenza del primo ministro a Washington mira a solidificare l’impegno degli Stati Uniti in tal senso. Durante gli incontri, Netanyahu ha enfatizzato la necessità di un flusso continuo di armamenti per affrontare le minacce regionali, in particolare dall’Iran.
Richieste israeliane di armi
Secondo un rapporto di Politico, la delegazione israeliana ha fornito ai legislatori statunitensi un elenco di sistemi d’arma richiesti con urgenza. Queste armi, secondo la fonte, sono diverse da quelle che l’amministrazione Biden aveva sospeso a maggio a causa delle preoccupazioni sull’invasione di Rafah da parte di Israele. L’invasione aveva sollevato forti critiche internazionali per l’alto numero di vittime civili e la distruzione diffusa.
L’elenco delle armi richieste comprende sistemi avanzati che Israele considera cruciali per la propria sicurezza nazionale. La fonte ha rivelato che i rappresentanti israeliani hanno presentato l’elenco ai membri del Congresso subito dopo il discorso di Netanyahu del 24 luglio, esprimendo una certa urgenza nelle consegne. Israele ha giustificato queste richieste sostenendo la necessità di rafforzare le proprie difese in vista delle elezioni statunitensi di novembre, anticipando possibili cambiamenti nella politica estera degli Stati Uniti.
Conferma da parte di McCaul
Il presidente degli Affari esteri della Camera, Michael McCaul, ha confermato che Israele sta cercando di ottenere l’approvazione per i trasferimenti di armi questa settimana. Sebbene McCaul e la fonte informata non abbiano specificato quali armi siano incluse nell’elenco, è evidente che Israele sta cercando di consolidare i trasferimenti prima delle elezioni statunitensi di novembre.
McCaul ha sottolineato che i quattro principali leader del Congresso hanno firmato l’approvazione per sette sistemi d’arma specifici. Tuttavia, nonostante questa approvazione, le armi non sono ancora state consegnate, sollevando preoccupazioni tra i legislatori israeliani e i loro sostenitori negli Stati Uniti. McCaul ha criticato il ritardo, affermando che in situazioni di emergenza come questa, le consegne dovrebbero avvenire entro pochi giorni.
Situazione a Gaza
Dall’inizio del conflitto, che ha causato la morte di almeno 40.000 persone, principalmente donne e bambini, gli Stati Uniti hanno inviato a Israele più di 100 spedizioni di armi. Tra queste armi, una bomba di fabbricazione statunitense ha ucciso decine di civili palestinesi in un attacco su un campo tendato a Rafah a maggio. Bombardamenti simili hanno colpito anche il sud del Libano, evidenziando l’espansione del conflitto oltre i confini di Gaza.
La situazione a Gaza rimane drammatica. Le forze israeliane hanno intensificato le operazioni militari, sostenendo di mirare a obiettivi militari di Hamas. Tuttavia, l’alto numero di vittime civili ha sollevato allarmi umanitari a livello internazionale. Organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato l’uso sproporzionato della forza e hanno chiesto un cessate il fuoco immediato.
Commenti di Netanyahu
Nel suo discorso al Congresso, Netanyahu ha chiesto una consegna più rapida delle armi necessarie, criticando Washington per aver trattenuto diverse spedizioni. Ha sottolineato che la rapidità nelle consegne è essenziale per permettere a Israele di difendersi efficacemente contro le minacce crescenti. Netanyahu ha dichiarato: “Dateci gli strumenti più velocemente e finiremo il lavoro più velocemente“, ribadendo i commenti fatti in un controverso video a giugno, dove criticava Washington per aver trattenuto diverse spedizioni di armi.
L’amministrazione Biden ha negato di aver trattenuto armi oltre quelle sospese a maggio. Tuttavia, le dichiarazioni di Netanyahu hanno messo in luce le tensioni esistenti tra i due alleati su come gestire il conflitto in corso. La questione delle spedizioni di armi è diventata un punto critico nelle relazioni tra Stati Uniti e Israele, con implicazioni potenzialmente significative per la politica estera di entrambi i paesi.