L’Italia potrebbe presto entrare in una nuova era tecnologica grazie a un possibile accordo miliardario tra il governo italiano e SpaceX, la compagnia di Elon Musk, per l’utilizzo della rete satellitare Starlink. Questo progetto ambizioso promette di rivoluzionare la connettività internet, garantendo accesso anche alle aree più remote e portando benefici non solo ai privati ma anche a istituzioni e settori strategici come difesa e spionaggio. Il percorso verso questa intesa non è privo di ostacoli, tra dubbi tecnici, implicazioni geopolitiche e l’impegno di figure chiave nel negoziato.
Starlink: una rete globale a portata di mano
La possibilità di un accordo da 1,5 miliardi di euro tra il governo italiano e SpaceX per la fornitura di servizi tramite Starlink ha riacceso i riflettori su questa innovativa costellazione di satelliti. Con milioni di utenti nel mondo, Starlink offre connessioni Internet satellitari in grado di raggiungere anche le aree più remote del pianeta.
Nonostante le dichiarazioni ufficiali confermino l’interesse del governo, i dettagli dell’accordo restano ancora vaghi, alimentando dubbi sull’utilizzo del sistema non solo per scopi privati, ma anche istituzionali, di spionaggio e difesa.
Le origini di Starlink: un’idea ventennale
SpaceX, l’azienda spaziale privata di Elon Musk, ha iniziato a lavorare al progetto Starlink circa vent’anni fa. L’obiettivo era creare una rete di piccoli satelliti per fornire accesso a Internet direttamente dallo Spazio. Il progetto ha preso forma sette anni fa, quando i primi satelliti sono stati lanciati in orbita grazie ai razzi Falcon 9, caratterizzati da un design riutilizzabile che ha abbattuto significativamente i costi delle missioni spaziali. Nel solo 2024, SpaceX ha realizzato ben 134 lanci, di cui la maggior parte destinati all’espansione della costellazione Starlink.
Ad oggi, la rete conta oltre 7.000 satelliti in orbita bassa, a circa 500 km dalla superficie terrestre. Questa configurazione consente una copertura capillare e una connettività Internet ad alta velocità praticamente ovunque, un vantaggio significativo rispetto alle precedenti tecnologie di connessione satellitare.
Come funziona Starlink?
Starlink ha rivoluzionato l’accesso a Internet dallo Spazio. Mentre i sistemi precedenti utilizzavano pochi satelliti di grandi dimensioni posizionati in orbite più alte, Starlink sfrutta una rete di migliaia di satelliti più piccoli e vicini alla Terra. Questa strategia riduce significativamente la latenza, rendendo il servizio adatto a un’ampia gamma di applicazioni, dalle comunicazioni aziendali ai giochi online.
Gli utenti possono accedere a Starlink acquistando un kit di avvio dal costo di 350 euro e sottoscrivendo un abbonamento mensile di 40 euro. Il kit comprende un’antenna per ricevere il segnale satellitare e un router per distribuire la connessione ai dispositivi. Esistono anche opzioni avanzate per le aziende e per la connettività in movimento, dimostrando la versatilità del servizio.
L’espansione della costellazione
Il primo lancio del 2025 di nuovi satelliti Starlink è avvenuto con successo dalla base di Cape Canaveral, in Florida. A bordo del razzo Falcon 9 c’erano 24 nuovi satelliti, che si aggiungono ai 6.850 già operativi. Questo lancio segna un altro passo verso l’obiettivo di superare i 10.000 satelliti in orbita.
La straordinaria capacità di SpaceX di riutilizzare i razzi ha giocato un ruolo cruciale: il booster utilizzato nel lancio ha completato 17 missioni, dimostrando l’efficienza del modello operativo dell’azienda.
Implicazioni strategiche e dubbi
L’Italia rappresenta un mercato chiave per Starlink, grazie alla sua geografia che include numerose aree rurali e isolate. L’accordo con il governo italiano potrebbe avere implicazioni che vanno oltre la semplice connettività. L’impiego di Starlink per scopi di difesa e spionaggio solleva interrogativi sulla sicurezza dei dati e sulla sovranità digitale del paese.
Il futuro di Starlink in Italia
Se l’accordo sarà finalizzato, l’Italia potrebbe diventare uno dei principali utilizzatori di Starlink in Europa. Il sistema potrebbe colmare il divario digitale nelle aree più isolate, migliorare le comunicazioni istituzionali e offrire nuove opportunità per l’innovazione tecnologica. Sarà però cruciale monitorare attentamente l’impatto dell’accordo, garantendo che l’adozione di questa tecnologia avvenga nel rispetto della sicurezza nazionale e della privacy dei cittadini.
Lucrezia Agliani