Star Wars è un fenomeno sociale
Star Wars è diventato negli anni un vero e proprio fenomeno sociale. La saga cinematografica più amata di sempre ha mosso i primi passi nel lontano 1978 grazie all’idea di George Lucas. Nel corso dei decessi e a quasi mezzo secolo dal primo film, Star Wars non è rimasta una semplice saga ma un vero è diventato un vero e proprio brand in grado di affascinare tantissimi ragazzi e portarsi dietro una fanbase appassionata e cresciuta nel tempo con i film, fumetti, serie Tv e prodotti confezionati dagli stessi fan.
Pochi anni fa, Disney si è impossessata della saga implementandone le storie come mai successo fino a quel momento. Infatti, dall’acquisizione di Disney, sono nati film e serie Tv incentrati sia su personaggi nuovi che su personaggi delle vecchie trilogie. Un universo sconfinato quello di Star Wars che può inglobare migliaia di storie, intrecci, luoghi e vicende. Tutto, però, secondo un determinato fattore: l’assenza di maturità.
Le critiche dei fan
I fan, specialmente nell’era Disney, lamentano spesso problematiche legate alla mancanza di nessi cronologici e di trama nel mondo di “Guerre Stellari”. Un problema vero che, purtroppo, condiziona spesso le opere di questo prodotto. Raro è, infatti, incontrare un fan di “Guerre Stellari” soddisfatto di una nuova serie Tv. Per non parlare dei social, ricettacolo di insulti, recriminazioni e dissapori. È un terreno scomodo sul quale i nuovi autori designati dalla Disney devono muoversi con cautela con il rischio di cadere nella trappola di un plot sbagliato. Perché anche i dettagli alla fine contano e in Star Wars la somma dei dettagli sbagliati fa sì che alcuni lavori siano totalmente denigrati. Purtroppo, però, gli errori banali sono troppi e malcelati.
La struttura cronologica di Star Wars ha evidenti problematiche che poi confluiscono direttamente con la trama e gli intrecci. Come succitato, però, la più grande piaga della saga risulta essere la mancanza di maturità. I prodotti offerti sembrano essere rimasti negli anni ’70 come racconto e sviluppo degli eventi. E mentre i fan sono cresciuti, la saga sembra essere rimasta ancorata a uno storytelling anacronistico che fagocita e gonfia anche le critiche circa i minimi dettagli. Forse i fan, stanchi di un prodotto sempre uguale esprimono il loro dissenso specialmente nelle questioni di carattere specifico più che generale.
Ora è il momento di crescere, una volta per tutte
È il momento di crescere per Star Wars. Il pubblico è stanco di vedere battaglie stellari in cui non esiste uno schizzo di sangue, un grido di dolore, e persistono scenette in cui i “cattivi” vengono eliminati con una semplice spallata o un pugno pur indossando una spessa corazza. L’infantilità di certe scene avrebbe potuto manifestarsi (come poi è successo) negli anni ’70 per un prodotto destinato ai giovani e, quindi, meno serioso. Ma ora i ragazzi degli anni’70 sono cresciuti e hanno bisogno di uno Star Wars più crudo e veritiero. Non è un caso se “La vendetta dei Sith”, terzo film della seconda trilogia, abbia avuto un grande successo: dalle mutilazioni si passa addirittura all’uccisione di bambini, dalla fratellanza si giunge al tradimento e, infine, alla vittoria del male. Duro da accettare ma giusto e maturo in termini di livellamento realistico tra bene e male.
Ora con Disney anche quel poco di differenziazione drammatica sembra essere scomparsa. Oltre ai problemi atavici che il prodotto porta con sé sin da quando è nato, ora assistiamo a un proliferare di prodotti e contenuti che peccano di eccessiva immaturità. È necessario ripensare il prodotto anche nei confronti degli adulti equiparandolo ai canoni odierni della cinematografia, non è sufficiente adoperarsi unicamente per gli effetti speciali. È ora di crescere: fare quel salto dall’adolescenza all’età adulta e rendere Star Wars un prodotto che spazia per tematiche e target.
Lorenzo Tassi