Da generazioni, la società sudcoreana alimenta determinati standard estetici che hanno un grave impatto sia fisico, sia mentale sulle persone che vivono in Corea del Sud. Gli standard di bellezza coreani promuovono un’immagine di perfezione omogenea e impossibile da raggiungere. La pressione di conformarsi agli standard di bellezza coreani pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il desiderio di raggiungere la perfezione estetica è alimentato dai social media, dai K-drama e dalle star del K-pop. Ovunque si guardi, che sia in televisione o sui propri cellulari, subito ci si accorge di essere circondati da visi dai lineamenti perfetti, pelle luminosa e senza imperfezioni e corpi scolpiti dalla falsa lente del digitale.
L’ABC degli standard di bellezza coreani
Negli standard di bellezza coreani alcuni tratti fisici sono associati ad alcune lettere dell’alfabeto, come se il nostro aspetto, unico e originale, non potesse essere apprezzato senza seguire queste regole di linguaggio visivo.
Le due lettere dell’alfabeto, rappresentanti dei desideri estetici delle ragazze, sono la V, che indica il desiderio di avere un viso dalla forma affilata, con un mento che si restringe verso il basso e la S che indica un corpo snello ma formoso nella zona del seno e del fondoschiena. Le lettere che invece rappresentano gli standard di bellezza coreani maschili sono la J, che indica una mascella squadrata e definita, visto come tratto di virilità e la M, che rappresenta le spalle larghe. Inoltre, per rientrare in questi standard di bellezza la testa non deve essere più di 1/8 rispetto al corpo. Una curiosa “regola” che fa riflettere sulle specificità dei concetti di perfezione estetica coreana.
La chirurgia plastica
Sentire di dover soddisfare gli standard di bellezza coreani può portare a una serie di conseguenze negative, come depressione e ansia. Non soddisfare questi canoni di bellezza può portare a sentirsi sbagliati, giudicati ed emarginati.
La chirurgia plastica viene presentata come risposta a tutti i problemi delle persone che desiderano o, meglio, sono portate a desiderare, di rientrare nei rigidi e irraggiungibili standard di bellezza coreani.
La blefaroplastica è il trattamento di chirurgia più effettuato in Corea. Questa mira a creare delle pieghe palpebrali più pronunciate con lo scopo di “aprire” di più lo sguardo. È una procedura che serve ad avere gli occhi grandi, una caratteristica molto apprezzata nella cultura coreana. Anche la rinoplastica è molto eseguita e mira a modificare la forma del naso per renderlo più alto o più sottile.
Mentre la maggior parte delle persone occidentali sono abituate a considerare la chirurgia estetica come un metodo che serve a migliorare la propria autostima, la maggior parte delle persone coreane la vedono come una pratica che, sì, serve a migliorare la propria autostima, ma solo attraverso il raggiungimento di ideali di bellezza estranei alla propria cultura.
Il ricorso frequente alla chirurgia plastica, come soluzione a quei tratti fisici e facciali che non corrispondono ai canoni di bellezza occidentali, può avere conseguenze pericolose, non solo perché potrebbe portare a una dipendenza da interventi chirurgici o a un’ossessione per il perfezionismo estetico, ma può causare anche problemi fisici e psicologici, oltre a diffondere la concezione che i tratti occidentali siano gli unici accettabili.
Ricorrere a queste alternative, anziché accettare la propria unicità e originalità, può compromettere la fiducia in se stessi e promuovere un significato distorto e unilaterale di bellezza. Dunque, è necessario sviluppare una mentalità che accetti e apprezzi la diversità. Solo in questo modo si può raggiungere un benessere emotivo di lungo termine.
Un imperativo sociale e professionale
La volontà di raggiungere la perfezione estetica non è un semplice desiderio personale in Corea, ma anche un requisito. L’assenza di precisi canoni estetici rischia di compromettere le possibilità di entrare nel mondo del lavoro. Seguire gli standard di bellezza coreani è, dunque, una sorta di requisito non scritto per il successo sociale e professionale. Questa realtà alimenta gravi preoccupazioni riguardo all’equità nei processi di assunzione e alla promozione della diversità sul luogo di lavoro.
Sfidare il legame tra gli standard di bellezza coreani e il successo professionale richiede sforzo e impegno sia a livello individuale, sia a livello collettivo. È necessario che le aziende si impegnino attivamente nell’assicurare ambienti di lavoro inclusivi e a garantire assunzioni basate sulle competenze. Allo stesso tempo, è fondamentale accrescere la consapevolezza sulle questioni legate alla bellezza e all’immagine di sé, incoraggiando una cultura che abbraccia l’unicità di ogni persona e le differenze individuali.
L’esperienza degli stranieri con gli standard di bellezza coreani
Oltre al desiderio di un viso piccolo e un fisico molto snello, tra gli standard di bellezza coreani rientra anche la preferenza per una carnagione estremamente bianca. Per molti stranieri, che vivono in Corea del Sud, la pressione derivante da questi canoni estetici può essere fonte di stress e frustrazione, in particolare per chi si ritrova ad affrontare dei pregiudizi legati al colore della pelle.
Anche se la società coreana sta diventando sempre più aperta e abituata alla visione di persone molto lontane dagli standard di bellezza coreani, esistono ancora delle percezioni negative relative al colore della pelle e ai suoi significati sociali. La preferenza per una carnagione chiara deriva dalla concezione che quest’ultima, in passato, fosse un tratto distintivo delle persone ricche; al contrario, le persone che avevano una pelle più scura erano quelle che svolgevano dei lavori all’aperto, come i contadini, che per questo avevano una pelle più abbronzata.
È fondamentale promuovere una mentalità più inclusiva e accettare la diversità di ciascun individuo. Per fare ciò, è necessario che ci sia una maggiore rappresentazione dei diversi tipi di bellezza nei media, sfidando i pregiudizi radicati nella società. Solo in questo modo la Corea e altre società possono progredire verso una visione più equa e rispettosa della bellezza e della diversità umana.