A Roma chi è cieco ha la possibilità di tornare a vedere. Non è un miracolo, ma lo straordinario risultato ottenuto grazie alle staminali della cornea.
Grazie alla sperimentazione della Holostem Terapie Avanzate, che si trova all’interno dell’università di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con l’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, si è sviluppato un intervento che ridona la vista a chi l’ha persa. L’intervento per ora si limita ai casi di persone che hanno perso, totalmente o parzialmente, la vista in seguito ad ustioni dell’occhio. Attenzione, non si parla solo di ustioni da fuoco ma anche da sostanze chimiche. Si può quindi pensare di ridare la vista ad una donna sfigurata da sostanze acide o a chi ha subito incidenti sul lavoro.
Su cosa si lavora: la cornea
In questi casi la cornea si presenta opaca e non lascia trapassare la luce che permette all’occhio di elaborare la realtà. Capiamo velocemente come funziona la cornea. Essa è la lente trasparente che si trova davanti all’occhio, ha forma convessa che le permette di concentrare i raggi di luce provenienti dall’esterno. Questi raggi luminosi sono poi elaborati e visualizzati come immagini grazie al cervello. Quando la cornea diventa opaca la luce non passa e il paziente non ha capacità di vedere.
La preparazione delle cellule staminali
Requisito fondamentale per affrontare questo intervento è quello di possedere almeno un piccolo pezzo di cornea sana da cui poter estrarre le staminali. Una volta appurata l’idoneità, la parte in questione è prelevata ed inviata ai laboratori di Modena.
In questi laboratori si crea una sorta di pellicola trasparente che, dice il sito di Holostem, “consistente in un epitelio corneale umano autologo ricostruito ex-vivo contenente cellule staminali”. Quindi in parole povere cosa significa? Si tratta di un tessuto ricavato da cellule proprie del paziente, le staminali appunto.
Come funziona l’intervento?
L’intervento, eseguito dal dottor Augusto Pocobelli, si svolge in anestesia generale quando il tessuto proveniente da Modena è riconsegnato all’ospedale San Giovanni di Roma. Al paziente è quindi raschiata via la cornea opaca danneggiata. Una volta ripulito l’occhio vi si adagia il tessuto riprodotto su di esso, che il chirurgo modellerà per adattarlo alle forme del paziente“come farebbe una sarta” .
Infine l’occhio viene chiuso senza aggiunte di farmaci in modo da lasciar lavorare le cellule staminali nella maniera più naturale possibile. Esse cresceranno fino a riformare la cornea del paziente dalle sue stesse cellule riducendo così la possibilità di rigetto.
Possono le cellule staminali essere la soluzione a tante malattie?
Questo solo il tempo ce lo dirà, per ora possiamo limitarci a gioire per questo grande innovazione che migliorerà la vita a tante persone.
Elena Ferrari