Nel periodo tra gennaio e settembre 2017 si contano 8.480 denunce per stalking, il 72% in danno delle donne. Fanno eco le denunce per violenza domestica e per violenza sessuale (rispettivamente 79% e 90% in danno delle donne). Sono queste le casistiche che secondo la Polizia sarebbero in leggera flessione. Mentre si pensa che possa essere un segnale di miglioramento riguardo le discriminazioni di genere, si teme che ci possa essere dell’altro di cui preoccuparsi.
Denunce in calo, è un bene?
La riduzione delle denunce però potrebbe significare anche che semplicemente si sta facendo silenzio, in un inferno di angoscia e solitudine da cui l’imperativo è: uscire. A sostegno delle donne, per incoraggiarle a combattere tramite la denuncia, la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. E’ attivo il progetto “Camper”, un team multidisciplinare di funzionari di polizia, medici, psicologi, rappresentanti dei centri antiviolenza e altre istituzioni.
La campagna, in un solo anno, ha portato ad oltre 45.000 contatti. 450 casi sono sfociati in segnalazioni all’autorità giudiziaria. In tutte le Questure è stato adottato dall’inizio dell’anno il protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) che consente di inserire nelle banche dati della polizia una serie di informazioni utili a ricostruire tutti gli episodi di violenza domestica che hanno coinvolto un nucleo familiare. Importante capire di non essere da soli nonostante il mondo sembri crollarci addosso.
Troppo silenzio nel rumore
Il protocollo E.V.A. ha consentito finora di gestire ed analizzare 3.607 segnalazioni portando in 62 casi all’arresto in flagranza di reato, ed in 104 casi alla denuncia. Che si tratti di una situazione di pericolo che può sfociare in qualcosa di più, o di un personale calvario che si vive ogni giorno, l’unica risposta è parlare. Nessuno vi lascerà sole/i nel silenzio se avrete il coraggio di chiedere aiuto. Parlare di Stalking può salvarti la vita anche quando pensi di non averne neanche più una.
Stefano J. Bazzoni