Alzi la mano chi in questo momento non è alla ricerca di un lavoro. Che si tratti di prima occupazione oppure del desiderio trovare un’offerta migliore, sempre più persone (non solo giovani!) in questo momento stanno cercando lavoro.
E allora via a tutte le modalità possibili e immaginabili per trovarlo: decine di giri presso le agenzie di lavoro, iscrizioni a palla a newsletter degli ormai numericamente infiniti siti web e portali che promettono di ‘metterti in contatto con le migliori aziende italiane ed internazionali’, annunci vari ed eventuali, passaparola per domandare a parenti e amici se conoscono aziende che assumono oppure se c’è posto per noi nell’impresa in cui lavorano.
Cercare lavoro è di per sé un lavoro: ore infinite trascorse al pc a inviare curriculum, mandare candidature spontanee a tute le aziende possibili e immaginabili, rispondere agli annunci più disparati perché ‘non si sa mai’. Chi sta cercando lavoro si trova in una vera e propria giungla, inondato dalla centinaia di mail che riceve dalla altrettante numerose mailing list cui è iscritto, tristemente sopraffatto da quel senso di sconfitta e depressione dalla telefonata o dalla mail che non arriva.
Eppure almeno un segno potrebbero darlo le aziende o le agenzie, in fondo è così semplice impostare il risponditore automatico che ti ringrazia del cv inviato e che ti informa che sarai contattato in caso di interesse. E invece no, anche l’autoresponder è troppo impegnato per degnarti di un briciolo di attenzione.
Sia che tu stia cercando lavoro perché hai appena concluso gli studi oppure per migliorare la tua attuale posizione, sappi che il senso di sconforto è sempre dietro l’angolo. E forse lo sai pure fin troppo bene. Capita così, come capita che quando finalmente il telefono squilla per dirti che potrai sostenere un colloquio, ecco che squilla ancora, e ancora, e dopo mesi di buio e silenzio ti ritrovi a doverti organizzare con 3 o 4 colloqui nella stessa settimana.
Perché succede così. Succede che quando meno te lo aspetti, che quando hai più bisogno, qualcosa si muove, un segno arriva. Poi naturalmente non è detto che i colloqui si trasformeranno immediatamente in un contratto di lavoro, ma perlomeno ti sono serviti per smuovere le acque, per non lasciarti assopito a crogiolarti nello sconforto, a pensare che, in fondo, qualcuno ha bisogno di te e della tua professionalità.
Quindi non mollare, anche perché se non sei tu il primo a credere in te, se non sei tu per primo ad attivarti e fare tutto ciò che puoi per trovare il lavoro che desideri, sicuramente non verranno a bussare alla tua porta per offrirti un lavoro.
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