Spyware contro i giornalisti: UE approva, per la sicurezza nazionale

Spyware contro i giornalisti

La bozza dell’European Media Freedom Act (EMFA) sta mettendo in allerta gli esperti: sarebbe consentito installare spyware nei telefoni dei giornalisti per questioni di sicurezza nazionale

Lo scorso mercoledì, il Consiglio Europeo ha presentato una bozza dell’European Media Freedom Act, ossia una manovra per proteggere il pluralismo e l’indipendenza dei media all’interno dell’Unione Europea.

Ma il disegno è stato immediatamente condannato da media e organizzazioni della società civile come “pericoloso” e “agghiacciante“.
Infatti, secondo la bozza, sarebbe consentito installare spyware nei telefoni dei giornalisti, se dovesse rendersi necessario per la sicurezza nazionale.

Spyware contro i giornalisti: l’incomprensibile mossa della Francia

Il disegno di legge nasce nell’ambito di lunga indagine del Parlamento Europeo sull’utilizzo di spyware, in particolare del software Pegasus, ai danni di media e giornalisti.
In conclusione di questa, come si legge nella sintesi della plenaria tenutasi nel giugno 2023, il Parlamento Europeo ha constatato l’utilizzo di pratiche di spionaggio in quasi tutta l’Unione, e ha promesso riforme per una maggiore protezione.

L’8 marzo 2023 la commissione PEGA ha approvato una relazione riguardante la sua indagine sull’uso di Pegasus e di spyware equivalenti.
Il Parlamento Europeo condanna fermamente l’uso illegittimo di spyware da parte dei governi o di membri dei governi degli Stati membri. Conclude che esistono prove di violazione e cattiva amministrazione del diritto dell’UE, in diversi gradi e forme […].
Segnala inoltre che “è lecito presumere che tutti gli Stati membri abbiano acquistato o utilizzato uno o più sistemi di spionaggio“.

Il Parlamento ritiene che vi sia “una chiara necessità di norme comuni dell’UE
[…] che disciplinino l’uso di spyware da parte degli organismi degli Stati membri

Già il 16 settembre 2022, la Commissione Europea aveva proposto una legislazione per introdurre salvaguardie contro le interferenze politiche e la concentrazione dei media, e di proteggere i giornalisti e le loro fonti dalla sorveglianza.
L’accordo con il Consiglio è arrivato lo scorso 21 giugno, con la prima bozza dell’EMFA. Questa, nella sua versione originale, proponeva un divieto generale della distribuzione di spyware, ed era stata accolta con fiducia dai media.

Tuttavia, all’inizio di giugno, la Francia ha proposto un’eccezione: divieto di spionaggio, “fatta salva la responsabilità degli Stati membri per la salvaguardia della sicurezza nazionale”.
E il Consiglio ha accettato la revisione.




Mossa che, secondo la Federazione europea dei giornalisti (EFJ), “ha trasformato le protezioni originariamente offerte in gusci vuoti“.

EFJ: “Sicurezza nazionale è giustificazione impropria: lo sappiamo troppo bene”

Dopo la modifica dell’EMFA, la Federazione ha fortemente criticato l’UE accusandola di “tenere i principi della libertà dei media in pericoloso disprezzo“.

Sappiamo troppo bene come la difesa della sicurezza nazionale sia usata impropriamente per giustificare le violazioni della libertà dei media.

Dare ai governi il potere di posizionare spyware sui telefoni dei giornalisti per motivi di “sicurezza nazionale” metterebbe i giornalisti ancora più a rischio di quanto non lo siano già. E avrebbe un effetto raggelante sugli informatori e su altre fonti

Anche l’eurodeputata olandese Sophie in’t Veld, che ha supervisionato l’indagine PEGA, ha definito il disegno incomprensibile.
Inoltre, sostiene che l’affermazione della necessità di spiare la stampa per questioni di sicurezza nazionale sia solamente “una bugia“.

Penso che ciò che il Consiglio sta facendo sia inaccettabile. È anche incomprensibile. Beh, è incomprensibile se prendono sul serio la democrazia

Infine, in una lettera agli ambasciatori incaricati dei negoziati, circa 60 giornalisti europei e organizzazioni della società civile, (tra cui la stessa EFJ) hanno denunciato i rischi del disegno di legge, richiedendo una revisione del progetto.

Mentre sosteniamo molte delle misure portate avanti dal Media Freedom Act, rimane uno svantaggio: il suo articolo 4.

È dedicato alla protezione dei giornalisti e delle loro fonti. La bozza della commissione non era perfetta, ma dopo gli ultimi negoziati, è stata ulteriormente degradata. Questo è estremamente preoccupante

Uno degli obiettivi dell’EMFA è quello di generare maggiore fiducia tra i media e le istituzioni UE.
Ma questa fiducia, al momento, è inevitabilmente erosa.

Giulia Calvani

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