Quanto sei bella Roma, vero. Ma quanto spreco di denaro pubblico gira intorno alle bellezze artistiche della capitale? Milioni e milioni di euro. Prendendo in considerazione il costo dell’acqua di tutte le fontane monumentali l’ammontare della bolletta pagata dal Campidoglio è salatissima: 5 milioni di euro l’anno. Cifra che va a finire direttamente nelle casse di Acea, la multiutility partecipata al il 51 per cento dal Comune di Roma, seguito dall’editore del Messaggero, Francesco Gaetano Caltagirone, con il 15,86, e da Suez con il 12,48.
A far parlare di spreco di denaro pubblico
è la discrepanza tra i consumi reali, e quanto invece il comune sborsa annualmente. Una differenza poco giustificabile per quanto riguarda le fontane monumentali dotate di impianti di riciclo dell’acqua e non alimentate con acqua potabile. Skytg24 ha svelato come per le fontane di Piazza Navone, a fronte di un consumo stimato intorno ai 4.757 euro l’anno, la fattura della bolletta è stata di circa 580mila euro. Per la fontana più famosa di Roma, a Piazza di Trevi, il consumo annuo è stimato intorno ai 5.600 euro contro i circa 300mila presenti in bolletta.
Le bollette pazze
lo spreco di denaro pubblico, e in particolare la gestione di Acea, sono stati i temi sui quali hanno battagliato i candidati che domenica si sfideranno al ballottaggio: Virginia Raggi e Roberto Giachetti. La candidata M5S ha chiarito che se dovesse vincere rivoluzionerebbe il management aziendale. Dichiarazione che ebbe conseguenze sul titolo della municipalizzata romana, che perse il 4%, in Borsa, e gli costarono l’etichetta di dilettante con la dura reazione del candidato PD.
Si candidano a governare Roma ma pensano di giocare a Monopoli. 71 milioni persi per una frase di #Raggi su Acea. Dilettanti allo sbaraglio.
— Roberto Giachetti (@bobogiac) 24 marzo 2016
Ma non solo acqua pubblica. Anche le spese per l’illuminazione pubblica della Città eterna, sempre distribuita da Acea, sono finite sotto la lente d’ingrandimento di Daniele Frongia, ex presidente M5S della Commissione capitolina per la riforma della spesa, che denuncia anche qui uno spreco ingiustificato in considerazione della possibilità di un risparmio di circa 20 milioni euro l’anno sul contratto di servizio con Acea, che garantisce all’azienda di piazzale Ostiense 70 milioni di euro l’anno.
Non finisce qui. Nel vortice degli sprechi romani sono risucchiati quasi 400milioni di euro per coprire le spese dei servizi offerti gratuitamente al Vaticano, e le tasse evase Oltretevere come i 20 milioni di canone per la fognatura. Entrambi i candidati si sono assunti l’impegno di far pagare le tasse per gli immobili della Chiesa che non svolgono attività di culto, anch’esse pesante macigno sul bilancio comunale.