La lotta allo spreco alimentare in Italia ha dato alla luce numerose realtà di grande importanza sociale e continua a diffondersi attraverso iniziative a carattere internazionale e mondiale
Combattere lo spreco alimentare è uno dei principali obbiettivi dell’agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030 che si prefigge di diminuire la quantità di cibo che ogni anno viene buttata.
Uno studio presentato dalla FAO nel 2011 ha dimostrato che circa un terzo del cibo prodotto nel mondo viene perso durante la produzione, oppure viene buttato. Altri dati provenienti dalla FAO indicano che lo spreco alimentare non coinvolge solo il consumatore finale, ma tutta la filiera.
Le maggiori perdite si hanno soprattutto in fase di produzione e raccolta, ma anche le fasi di distribuzione e trasformazione non sono esenti da spreco. Il motivo è che spesso non siamo capaci di ottimizzare tutte queste attività, oltre a non conoscere del tutto le condizioni ideali per la conservazione degli alimenti.
Tutto questo prosegue ad accadere ancora oggi, nonostante i livelli di fame nel mondo continuino a crescere, soprattutto in questo periodo di pandemia.
L’impatto dello spreco alimentare sull’Economia mondiale
Sul piano economico poi, l’impatto dello spreco alimentare è tutt’altro che trascurabile: il valore del cibo sprecato a livello globale è stato stimato intorno ai 1.000 miliardi di dollari all’anno. A questa cifra abnorme, vanno aggiunti i costi “nascosti”, ovvero quelli ambientali, sanitari e sociali, arrivando ad una stima complessiva di ben 2.600 miliardi di dollari.
La situazione in Italia
Le tonnellate di cibo buttato annualmente in Italia ammontano a quasi 2 milioni. Numeri che, pur rimanendo allarmanti, segnalano un trend decrescente: infatti nel 2020 sono state salvate dallo spreco 222.125 tonnellate di alimenti, con una riduzione dell’11,6% rispetto al 2019, che si è tradotto in un risparmio nazionale di 376 milioni. Una tendenza che si conferma nella prima parte del 2021, come riportato da Waste Watcher International.
L’Italia è tra i Paesi più sensibili allo sviluppo sostenibile e alla lotta allo spreco alimentare, dietro Cina e Corea. Peggio la Francia e la Germania, Stati Uniti e Canada, in media, meno attenti al tema.
In Italia un cittadino su due (la media mondiale è meno di un cittadino su tre) dichiara il suo impegno e sensibilità al tema. Inoltre l’85% della popolazione ritiene che dovrebbero essere rese obbligatorie le donazioni di cibo ritirato dalla vendita ad associazioni che tutelano le persone più bisognose.
Le iniziative italiane contro lo spreco alimentare
L’Italia si sta muovendo molto in tal senso anche con l’ideazione di numerosi progetti.
Oltre alla giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare concepita per iniziativa dell’agroeconomista Andrea Segrè e istituita il 5 febbraio 2014 per sensibilizzare ancora di più il paese su questa questione, c’è poi il Banco Alimentare – la Fondazione che dal 1989 recupera ogni giorno il cibo non consumato nelle mense collettive e dalla grande distribuzione per redistribuirlo agli enti caritativi e ancora il Rebus, ossia Recupero Eccedenze Beni Utilizzabili Solidalmente, di Verona e il Cibo che serve di Roma, dedicato agli alimenti freschi in eccedenza, anche un’app Too Good To Go, per renderci più consapevoli degli sprechi ed imparare a gestirli meglio.
L’Italia è stata anche sede di importanti iniziative, sia a carattere internazionale che mondiale.
UN Food Systems Pre – Summit
Si è da poco svolto a Roma il Pre-Vertice sui sistemi alimentari, dal 26 al 28 Luglio, il “Vertice del popolo” che ha radunato diverse realtà, dagli agricoltori, ai ricercatori, da membri di popolazioni indigene a quelli della società civile, dai privati ai leader politici. L’evento ha fornito gli ultimi approcci scientifici, per la trasformazione dei sistemi alimentari di tutto il mondo, per raccogliere idee per l’alimentazione del futuro e per lanciare una serie di nuovi impegni attraverso coalizioni e mobilitare nuovi finanziamenti e partenariati.
Tutto ciò è in vista del prossimo Food System Summit 2021 che si terrà a New York a Settembre, voluto fortemente dal segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres.
Il Vertice punta a discutere come trasformare il sistema alimentare globale spostandolo su principi più sani, sostenibili ed equi, alla luce del peggioramento della situazione climatica in corso, per scongiurare un aggravamento della crisi alimentare nei prossimi decenni.
Ecce-Diamo
Il 30 e il 31 Luglio, Roma ha anche accolto, alla Città dell’altra Economia, l’iniziativa Ecce-Diamo “Il festival del cibo giusto per tutti”. L’evento, realizzato nell’ambito del progetto “The Avanzers”, è stato finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e ha avuto come tema principale la lotta allo spreco alimentare.
Mangiare è un atto di Civismo
Senza aspettare che i responsabili politici a livello globale si muovano, tutti possiamo dare il nostro contributo all’obiettivo.
Possiamo iniziare acquistando solo ciò che serve realmente, compilando liste precise, magari evitando di cadere nelle reti del marketing pubblicitario, scegliendo alimenti locali e di stagione, basati su una dieta territoriale. Inoltre è cosa buona e giusta consultare meglio etichette e scadenze, così come imparare ad utilizzare al meglio frigo, freezer e dispensa, senza ammassare alimenti alla rinfusa.
Basta davvero poco.
La percezione degli italiani – spiega Andrea Segrè, fondatore e presidente di Last Minute Market – è ancora poco consapevole della necessità di una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico. Eppure è questo il punto, la prevenzione degli sprechi alimentari deve partire da noi, nel quotidiano delle nostre vite, perché mangiare è un atto di giustizia e di civismo: verso noi stessi, verso gli altri, verso il mondo.
Veronica Sguera