Come mai il nuovo spot tedesco sul Covid sta facendo tanto discutere?
La Germania, in occasione della seconda ondata di contagi che sta investendo il mondo, ha lanciato un nuovo spot di sensibilizzazione sulla pandemia di Covid-19. Si tratta di un finto documentario, in cui quello che sembra essere a tutti gli effetti un veterano di guerra, racconta del suo passato “glorioso”:
“Studiavo a Chemnitz, quando arrivò la seconda ondata. A 22 anni vorresti uscire e andare a bere con gli amici, tuttavia il destino aveva altri piani per noi. Abbiamo raccolto il nostro coraggio e fatto ciò che ci si aspettava da noi. E abbiamo fatto….niente”
L’anziano racconta di una generazione di giovani sui generis, che è invecchiata prima e trascorre più tempo in casa. “Siate pigri come procioni” è l’invito di questo spot, che non ha scelto una via meramente informativa, ma una via ironica: possiamo dire che tutti ormai sappiamo come comportarci, e quando non adottiamo le giuste precauzioni è perché scegliamo di non farlo, e di non dare troppa importanza alla prevenzione. Emerge anche il lato oggettivo della questione: in fondo, non è richiesto un grande sforzo alla popolazione, e presto si parlerà di questa faccenda come di un lontano ricordo.
Lo stesso spot avrebbe avuto successo in Italia?
Uno spot del genere, quasi sicuramente, sarebbe stato accolto molto male dall’audience italiana: come afferma Paolo Mamo, amministratore delegato di Altavia Italia, l’Italia la scorsa primavera ha vissuto la situazione più tragica di tutte in merito ai contagi, e lo Stato ha avuto bisogno di apparire autorevole.
Inoltre in Germania si può usare un velo di ironia, perché la maggior parte della popolazione ha fiducia nelle capacità di gestire l’emergenza da parte del governo. Inoltre, invitare i giovani a stare sul divano, potrebbe apparire crudele in un Paese con il 30% di disoccupazione giovanile.
Per di più, in Italia si sta diffondendo il movimento Schools for Future, soprannominato così grazie a reminiscenze tunbergeriane, a partire dalla dodicenne di Torino che ha reclamato il diritto di frequentare in presenza una scuola che sia sicura, protestando di fronte al suo istituto. Quindi, forse i giovani italiani non hanno tanta voglia di starsene sul divano indifferenti, o meglio non ne hanno più.
Infine, è giusto, ogni tanto, mettere l’accento sulla visione positiva e goliardica della faccenda, dal momento che siamo bombardati da notizie spaventose da diversi mesi. Ma, dall’altro lato, questo spot minimizza la situazione fortemente limitante e frustrante che stanno vivendo molti giovani, la cui vita sembra non andare in nessuna direzione in questo momento: i giovani erano in cammino per raggiungere ciò che desiderano nella vita, ma ora che questo cammino sembra irriconoscibile, avranno ancora voglia di percorrerlo?
Francesca Santoro