Roberto Calderoli sfida Conte affermando di essere un cattolico cristiano praticante e, proprio in base a questo, di non voler assolutamente rinunciare alla funzione domenicale. A costo di andare contro al presidente del Consiglio che, se vorrà fermarlo, dovrà andare lui stesso a fermarlo.
“Io domenica andrò a messa. Venga Conte a fermarmi se vuole. Io sono un cattolico cristiano e praticante”.
Il senatore leghista Roberto Calderoli, che è inopinatamente vicepresidente del Senato e anello di congiunzione (non fate battute sull’anello mancante dell’evoluzione che vi vedo ok, vi vedo!) tra la Lega della primissima ora che voleva l’indipendenza della Padania e questa Lega che “l’Italia è bellissima e gli italiani sono meravigliosi” (soprattutto quando ti pagano da 28 anni lautissimi stipendi);
dicevamo, Roberto Calderoli, già noto per aver definito “una porcata” la sua stesse legge elettorale (che per questo fu ribattezzata “Porcellum”);
già noto per aver indossato una maglietta con un’immagine di Maometto, scatenando in Libia proteste che portarono alla morte di 11 persone;
già noto per aver commentato la sconfitta della Francia ai mondiali del 2006 dicendo: “Hanno perso perché hanno schierato in campo ne*ri, islamici e comunisti”;
già noto per essersi fatto ritrarre con un lanciafiamme mentre brucia pile di carta che secondo lui erano le leggi inutili salvo poi scoprire che erano di re Vittorio Emanuele II ai tempi di Garibaldi;
già noto per aver accusato i gay di voler “Trasformare la Padania in un ricettacolo di cula*toni, rischiamo di diventare un popolo di ri*chioni”.
già noto per essere stato condannato a 18 mesi per aver definito l’ex ministra di colore Cecile Kyenge “un orango”;
già noto per aver accusato, proprio l’altro ieri, il governo Conte di far pagare a Ferrara la cremazione dei morti da coronavirus, salvo poi scoprire che le tariffe sono imposte dal Comune di Ferrara che è guidato dalla Lega;
ecco, Roberto Calderoli, dicevamo, ha detto che domenica andrà a messa, perché cattolico cristiano e praticante. E provi Conte a fermarlo.
Che se ci pensate è una bella evoluzione (vi vedo!) spirituale per Calderoli, che sposò sua moglie con rito pagano, e per la precisione Celtico.
E i celti di dei ne adoravano un bel po’.
Il rito si svolse con tanto di “druido” al posto del prete, sidro di mele al posto del vino (“aveva un saporaccio” dirà poi la donna), scambio di bracciali al posto degli anelli e giuramento davanti “al fuoco sacro che purifica” anziché davanti a Dio.
Ma soprattutto con tanto di sindaco che dovette arrampicarsi su un albero per raccogliere il vischio mentre Umberto Bossi intonava il “Va Pensiero”.
Ecco, questo è un leghista cattolico cristiano praticante, soprattutto coerente – figuriamoci gli altri – che sfida le autorità con indomito coraggio pur di andare a messa perché proprio in queste due settimane se non va a messa dio si arrabbia.
Quale dio però non è dato sapere. Lùg? Odino? Thor? Restiamo in attesa.
Emilio Mola