Caos nelle spiagge: Alassio e Laigueglia non ci stanno
Spazzatura, bottiglie, vetro, lattine accartocciate, bivacchi improvvisati. La situazione di alcune spiagge liguri è arrivata al limite dell’«anarchia totale» e ad Alassio e Laigueglia i sindaci hanno detto basta. L’appello è di quelli che fanno discutere, ma la proposta sembra complessivamente di buon senso. L’idea di base è quella di limitare gli accessi alle spiagge libere, con annessi steward, al fine di poter monitorare con costanza la situazione e avere migliori condizioni di sicurezza ed igiene. A ciò si accompagna la richiesta di limitare fortemente il numero di beach bus low cost che affollano la Baia del Sole ogni weekend e convogliano sui litorali delle due cittadine troppi turisti rispetto all’effettiva capacità ricettiva di Alassio e Laigueglia.
La proposta arriva in seguito ad un periodo piuttosto agitato che ha sicuramente contribuito a portare la situazione al punto di rottura. Due settimane fa ad Alassio sono arrivati quattordici bus nel corso di una mattina, ciò ha fatto sì che il numero di presenti su circa duecento metri quadri di spiaggia arrivasse a toccare quota mille. Un affollamento equivale ad una ressa, o qualcosa di simile. Da lì alla violenza per assicurarsi lo spazio il passo può essere breve, come dimostrato dalla discussione animata avvenuta fra due sudamericani, per poco non tramutatasi in rissa. Questione di sicurezza, igiene ed immagine, specie per una zona che fa del turismo uno dei punti cardine della propria economia.
Si pensa ai ticket per l’accesso
Come sottolineato dal sindaco alassino Enrico Canepa, le problematiche riguardano anzitutto il decoro e l’ordine complessivo della zona, è per questo che si è pensato ad accompagnare la limitazione degli accessi in spiaggia all’introduzione di un ticket. La sostanza del discorso è che la spiaggia è un luogo di aggregazione e di attrazione alla pari di altri e come tale andrebbe trattato. Sul punto è stato chiaro il sindaco di Laigeuglia Franco Maglione: «Dopotutto non esiste bene che non sia normato, e ciò deve valere anche per le spiagge. Si stabilisca il numero massimo di persone ammesse a metro quadro, siano date delle direttive per potersi godere giornate di relax senza rischi per la sicurezza. Il mio è un appello alla prefettura e alla Regione: non sono arrabbiato, sono preoccupato».
Il modello seguirebbe quello già approvato in altre zone della Liguria (spiaggia del Malpasso e Cinque Terre), dove è stato introdotto l’ingresso a pagamento tramite un ticket. Questa opzione stuzzica i due sindaci rivieraschi: «La gente quando paga ha più rispetto. E gli introiti servirebbero a pagare pulizia e gestione della spiaggia libera», sostiene Canepa.
La regolamentazione è carente
I sindaci lamentano anche la mancanza di una normativa specifica in materia e l’assenza di criteri e regole minime in grado di disciplinare il numero di turisti ammissibili nelle spiagge. Per quanto riguarda i ticket la normativa in materia sarebbe già esistente, come spiegato dal vicepresidente CNA Balneari Puglia Fabrizio Santorsola: «L’idea di spiagge libere ma con servizi minimi è già consentita dalla legge, secondo cui il 40% degli arenili va dato in concessione ai privati, un altro 40% resta completamente libero, mentre un 20% può essere gestito come spiagge libere con servizi e canone ridotto. Basterebbe allargare questa percentuale di spiaggia libera, con servizi elementari e un ticket minimo di 1 euro».
Data la possibilità, eventualmente, di modificare queste percentuali, rimane comunque carente la regolamentazione del numero di bagnanti per le varie spiagge. In questo caso dovrebbero essere presi provvedimenti ad hoc a seconda delle dimensioni dell’arenile e della morfologia del territorio.
Come limitare i beach bus?
I due punti del programma sono direttamente coordinati, meno bus, meno accesso alle spiagge. Il fenomeno del low cost è stato duramente criticato dal sindaco di Alassio Enrico Canepa: «Chi arriva con questi pullman giornalieri dalla città spesso si porta via anche le bottiglie: si beve molto, plastiche e vetro vengono abbandonati e si riparte». Una possibile soluzione potrebbe essere più vicina di quanto si pensa. Ad Andora, a pochi chilometri di distanza si è regolato l’ingresso nel centro abitato dei pullman turistici mediante l’emissione di un pass che tutti gli operatori turistici possono richiedere al fine di programmare gli accessi.
Secondo il sindaco Demichelis ciò ha permesso di limitare i parcheggi selvaggi dovuti alla presenza sulle strade dei grandi mezzi e soprattutto ha ridotto quasi del tutto l’arrivo dei ”low cost” che «dal 2014 non si sono praticamente più visti». Per impedire l’arrivo dei bus si è anche deciso di inviare mezzi delle forze dell’ordine nei dintorni dei caselli autostrada più vicino. Questo provvedimento è stato efficace nell’ultimo weekend, dato che la situazione, comunque critica, è parzialmente migliorata. Ora ci si avvicina ad un altro fine settimana di fuoco per la Liguria e nei prossimi giorni bisognerà capire se le proposte potranno essere approvate. Potrebbe essere un passo importante per rendere più vivibile una situazione ormai al limite.
Fabio Ravera