Il fatto che sia Ed Stafford a occuparsi di questo libro su viaggiatori ed esploratrici è già di per sé una garanzia. Personaggio fuori dal comune l’autore. La sua attività di consulenza per imprese umanitarie l’ha portato a viaggiare in ogni angolo del mondo. Dal Brasile alla Guyana, passando per il Borneo e l’Afghanistan, la Patagonia e il Guatemala. Nel 2008 inizia la sua impresa più straordinaria, in due anni e mezzo percorre l’intero corso del Rio delle Amazzoni: dalla sorgente alla foce. Una passeggiata di 6.400 chilometri che lo fa entrare nel Guinness dei Primati.
Inutile dire che l’autore sia più che avvezzo a viaggi straordinari e non lo sono da meno le “Spedizioni da leggenda” raccolte in questo volume edito da Mondadori Electa per la collana Rizzoli Illustrati. Storie di viaggiatori e viaggiatrici che con le loro imprese hanno spostato i confini del possibile in territori che nessuno prima di loro aveva mai attraversato. Frontiere spesso non segnate sulla carta o sulle mappe geografiche, come nel caso dell’esploratore Jacques Cousteau che a bordo della nave Calypso ha documentato le meraviglie del mondo sottomarino. O l’incredibile traversata oceanica dell’etnologo Thor Heyerdhal con la zattera Kon-Tiki. Partito da Calao in Perù avrebbe percorso insieme al suo equipaggio di cinque uomini più di 4mila chilometri attraverso l’oceano Pacifico fino alle isole della Polinesia Francese. A lui e alla sua straordinaria impresa è dedicato il museo Kon-Tiki di Oslo.
Ma quello che rende “Spedizioni da leggenda” un libro decisamente fuori dal comune è il punto di osservazione adottato dall’autore. Sono gli zaini e tutto quello che contengono i veri protagonisti del viaggio. Il cappotto Scotch Ulster realizzato su misura per la giornalista Nellie Bly in occasione del suo viaggio intorno al mondo. Così come la sua borsa in cuoio marrone e la crema idratante. La giovane Nellie avrebbe compiuto la sua impresa in 72 giorni stabilendo un nuovo record mondiale; senza contare che fu la prima donna, in solitaria, a compiere un viaggio simile. L’equipaggiamento del colonnello Percy Fawcett rispecchia le necessità di una spedizione mai tentata prima. Alla ricerca della leggendaria Città Perduta di Z porterà con sé fucili e munizioni, cibo in scatola e razzi di segnalazione. Tutto inutile perché Fawcett scomparirà in Amazzonia, assieme ai suoi compagni, nel 1925.
L’unico italiano tra i tanti esploratori che compaiono nel volume è l’alpinista Reinhold Messner che in quanto a primati non è secondo a nessuno. È stato il primo essere umano a scalare tutti i 14 Ottomila del pianeta e il primo a compiere l’ascesa del monte Everest senza ossigeno e in solitaria, grazie a un equipaggiamento all’avanguardia che avrebbe reso la FILA uno dei marchi più conosciuti e apprezzati dagli alpinisti. Anche in questo caso il racconto dell’autore si concentra sì sull’impresa, già di per sé grandiosa, ma soprattutto sull’attrezzatura impiegata per realizzarla. Il giaccone in tela cerata, gli scarponi con un rivestimento in schiuma per proteggere i piedi dal rischio di congelamento e la sua tenda in Gore-Tex, più performante rispetto alle tradizionali e pesanti tende in lana di yak.
Non sempre, però, le cose vanno per il verso giusto e non importa quanto high-tech sia l’attrezzatura che porti con te. Quando un tifone si mette di mezzo c’è poco che tu possa fare. La giovanissima Sarah Outen era a metà del proprio viaggio intorno al mondo, quando al largo delle coste giapponesi la sua barca a remi Gulliver incontrò venti a 130 Km/h e onde come montagne. Salvata dalla guardia costiera nipponica ritentò l’impresa un anno dopo, toccando le coste dell’Alaska dopo quattro mesi di navigazione in solitaria. La prima donna a compiere una traversata di questo tipo.
Come scrisse una volta l’esploratore antartico Robert Falcon Scott quello che conta è il lavoro fatto, non gli applausi che seguono una massima tagliata su misura per tutti gli esploratori e le esploratrici che hanno compiuto “Spedizioni da leggenda” seguendo itinerari mai tentati prima. Non sempre coronati da successo, come nel caso del capitano Scott battuto sul tempo dal norvegese Amundsen che per primo riuscì a raggiungere il Polo Sud, mentre Scott e i suoi compagni di spedizione soccomberanno alle condizioni climatiche estreme dell’Antartide. Una sorta simile è toccata all’aviatrice statunitense Amalia Earhart scomparsa nell’Oceano Pacifico insieme al navigatore Fred Nooan, nel tentativo di compiere il giro del mondo in aereo lungo la rotta equatoriale. A distanza di ottant’anni non sappiamo ancora cosa sia successo e i rottami non sono mai stati ritrovati.
E nonostante tutto questo sfogliando le pagine del volume riccamente illustrato con foto e immagini delle attrezzature impiegate, viene una gran voglia di preparare lo zaino e uscire fuori in cerca di avventure ed esplorazioni. Basta così poco per mettersi in cammino, sembra suggerirci l’autore. E allora perché non approfittare di una lettura simile per cercare nuove avventure da intraprendere. Non c’è bisogno di attraversare l’Atlantico, per carità, buone scarpe, equipaggiamento adeguato e via. Le nostre spedizioni non entreranno nella leggenda, alla fine non riceveremo applausi, perché alla fine è il cammino fatto che conta.