Qualche settimana fa un uomo ha sentito dei ladri entrare nella sua abitazione e quando li ha visti gli ha sparato. Alcuni sostengono che abbia
fatto bene, altri che la reazione sia stata eccessiva.
Questa era l’inizio del quesito sottoposto da Eumetra Monterosa, società di rilevamento statistico, per conto del quotidiano Il Giornale a circa 1400 italiani.
Sorprende la risposta del 68% degli intervistati: “Ha fatto bene, per legittima difesa è giusto sparare a chi entra nella nostra abitazione”. Quasi 7 italiani su 10 giustificano un potenziale omicidio di fronte alla violazione della proprietà privata a fini di furto di beni materiali.
Questo mentre proprio ieri il Servizio analisi criminale della polizia ha diffuso i dati del 2016 in occasione del 165esimo anniversario: in Italia i furti in casa sono diminuiti, 300 in meno rispetto al 2015.
Cresce la paura e la frustrazione per leggi che spesso non riescono a punire i colpevoli. La risposta più immediata all’inquietudine si traduce così nella giustizia fai da te, nella soppressione del problema e nella disumanizzazione del ladro di polli.
Contro i furti tutto diventa lecito, per difendere una tv o pochi euro diventa giusto armarsi. Poco importa se poi la pistola rischia di finire nelle mani inesperte di teste instabili, l’unica linea di divisione è fra gente onesta e ladri di polli. Armiamo i primi per eliminare i secondi, le sfumature non interessano. I danni correlati non si contano,
Le statistiche sull’incremento di omicidi nelle società con alta percentuale di dotazioni di arma da fuoco dovrebbero far riflettere ma, come spesso capita, la cieca volontà del popolino spesso ingolosisce la fame di voti della politica.
Lo sanno bene i parlamentari Molteni (Lega Nord), Messina (Italia dei Valori) e Alfano (Ncd) che in queste ore stanno depositando disegni di legge per allargare lo status di “Legittima difesa”, trasformandola da garanzia della propria incolumità a tutela dei propri beni violati.
Succede così che la villetta a schiera vista strada statale acquisti il valore di una vita umana, sotto le spinte sornione dei partiti politici dell’arco costituzionale.
La certezza della pena non basta, l’inasprimento non soddisfa. Ciò che è perseguito è l’utopico sogno di eliminare il fenomeno umano dei furti. Un olocausto giustizialista che assomiglia tanto ad una purificazione della società sotto il piombo delle pistole.
La politica ancora una volta ha perso l’occasione di saper guardare a fondo del problema senza farsi trascinare dalle inclinazioni di pancia della massa, andando avanti.
Nell’era del populismo il popolo assume centralità, anche nelle sue forme più basse e irrazionali. Nella massa capita che i ragionamenti si trasformino in aste di razionalità al ribasso che in questo caso, paradossalmente, rischiano di condizionare sotto altri innumerevoli aspetti la pubblica sicurezza.
Se avessimo seguito ciecamente le scelte del popolo oggi non useremmo casco e cinture di sicurezza, nonostante gli indubbi benefici e nonostante oggi, a distanza di anni, sia diventata pratica quasi universalmente accettata. Il segreto? Coraggio e buon senso. Bastano questi.
Infine: davvero la democrazia può ridursi a modellamento della struttura legislativa in base alle idiozie settimanali delle persone suscitate dai tormentoni mediatici di talk e giornali? E si sono studiati gli ipotetici scenari di questo cambio di legge?
Ma soprattutto: chi di voi sapeva che l’Italia dei Valori esistesse ancora?