E’ stato ribattezzato lo “spacciatore” di merendine. Lo studente che rivendeva le merendine ai suoi compagni di classe ha ricevuto una borsa di studio.
Il caso dello studente che rivendeva merendine ai suoi compagni di classe ad prezzo più basso delle macchinette scolastiche, ha ricevuto una borsa di studio dalla Fondazione Einaudi. Il caso è diventato pubblico grazie ad un servizio delle Iene di qualche giorno fa in cui il ragazzo, studente dell’Istituto Pininfarina di Torino veniva intervistato.
E’ stato soprannominato dalle Iene, lo “spacciatore di merendine” in quanto rivendeva le stesse merendine dei distributori scolastici ad un prezzo inferiore. Il ragazzo infatti ha avuto l’intuizione di creare una sorta di mercato parallelo delle merendine, comprandole al supermercato e rivendendole ai compagni che ne facevano richiesta ad un prezzo decisamente inferiore.
La vena imprenditoriale del ragazzo che intervistato dalle Iene parlava, da vero imprenditore, di clienti, guadagni e profitti, ha stupito tutti. In maniera non certamente positiva in primis il preside della scuola che ha sospeso il ragazzo per un periodo di tempo limitato. A quanto pare però l’attività di guadagno messa in piedi dallo “spacciatore di merendine” invece ha stupito in maniera positiva la Fondazione Einaudi che ha deciso di offrirgli un premio sotto forma di borsa di studio.
La scelta però non è piaciuta ai cosiddetti “clienti” del novello imprenditore, ossia i compagni di scuola che hanno messo in atto una protesta contro quello che secondo loro è un comportamento illecito. “Non è giusto premiare un comportamento illecito – dicono i compagni di scuola del giovane – non è un messaggio corretto nei confronti dei tanti studenti che si impegnano con merito e che rispettano le regole“. (Fonte: Ansa.it)
Dal canto suo la Fondazione Einaudi ha voluto sottolineare di non appoggiare il comportamento tenuto dal ragazzo ma gli ha voluto riconoscere lo spirito di iniziativa imprenditoriale.
A sentire parlare lui, il cosiddetto spacciatore di merendine, non possiamo dare loro torto. Con la sua attività di mercato nero, lo studente, accumulava un bel tesoretto che si aggirava anche intorno ai mille euro mensili.
Le Iene fanno passare il messaggio che la scuola non è certamente un’azienda e che ci si va per imparare e non per lavorare. Tuttavia ci si chiede, ma la scuola è ancora il luogo in cui si va ad imparare la letteratura, la matematica, le scienze ma anche le relazioni sociali, i comportamenti umani oppure è diventata la stazione di passaggio in cui i ragazzi transitano per forza di cose?
In questo transitare inoltre, sono da ritenersi accettabili e addirittura premiabili comportamenti del genere? La scuola annoia, non trasmette più insegnamenti e i ragazzi di oggi sembrano trovare strade alternative, addirittura lavorative per passare il tempo della loro crescita.
Laura Maiellaro