Il sovraffollamento delle carceri costringe a pensare a nuove forme di espiazione della pena, che non prevedano necessariamente il carcere. È questa la posizione che il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha espresso durante la manifestazione Taobuk di Taormina. Due le proposte fondamentali emerse dal suo intervento: i detenuti stranieri scontino la pena nel paese di origine e i tossicodipendenti in comunità, perché ammalati e non criminali. Una posizione in aperto contrasto con quella di Salvini, che sulla criminalizzazione delle droghe leggere e sulla contrarietà a manovre svuota-carceri ha costruito negli anni due dei pilastri della Lega.
Non solo il “campo largo” del centrosinistra, anche la coalizione di governo del centrodestra sembra dare segnali di rottura. La politica è l’arte del compromesso, si sa, ma quando ad essere toccate sono questioni che i partiti sentono come tratti identitari l’arte si fa da parte e lascia spazio a personalismi, veti e scontri cui elettori ed osservatori, dopo decenni, hanno fatto il callo.
Che la Lega di Salvini sia oramai diventata il fanalino di coda della coalizione di centrodestra lo hanno detto le elezioni europee e lo ha confermato l’intervento di Carlo Nordio alla manifestazione Taobuk di Taormina di ieri. Il Ministro della Giustizia ha toccato temi che dalle parti del Carroccio sono considerati sacri e ora lo scontro è aperto. Dovrà pensare anche a questo Giorgia Meloni, in questo periodo concentrata su un’altra partita, quella che si gioca sul tavolo delle trattative per le nomine dell’UE.
Se per la Meloni le scaramucce tra due dei suoi ministri non sono al primo posto dell’agenda politica, per i detenuti il problema del sovraffollamento delle carceri è questione di vita o di morte. Da inizio anno sono già 44 i suicidi avvenuti nelle celle, 10 in più rispetto al giugno 2023. È a questa grave situazione che ieri Carlo Nordio ha cercato di proporre delle soluzioni.
Le proposte del Guardasigilli non compatibili con Salvini
«Penso a pene alternative, forme di espiazione della pena in comunità poiché i tossicodipendenti sono degli ammalati più che dei criminali. Inoltre visto che gli stranieri rappresentano la metà dei detenuti sarebbe opportuno far scontare la pena nei loro Paesi di origine, già avremmo risolto gran parte di questo problema».
Queste le parole che Nordio ha pronunciato alla manifestazione di ieri a Taormina. Una posizione non esattamente in accordo con quella del leader della Lega, che nel corso degli anni si è più volte espresso contro ogni tipo di droga, anche leggera, criminalizzandone l’uso e prevedendone pene severissime, che appesantirebbero le carceri di ulteriori detenuti. La soluzione che sembra prospettare Salvini sul tema del sovraffollamento è strutturalmente diversa da quella di Nordio: il Ministro della Giustizia punta a ridurre il numero di detenuti, il leghista ad aumentare quello degli agenti di polizia penitenziaria e di carceri.
Due esempi in proposito. Il primo: non più tardi di un mese fa, in visita al carcere Beccaria, Salvini ha dichiarato:
«Si deve fare qualcosa in più al carcere Beccaria, è indubbio, infatti arriveranno tanti agenti della penitenziaria in più. Come ministro ho avuto l’onore di stanziare 35milioni di euro per sistemare alcune carceri in Italia che sono in condizioni indecenti e per portare il diritto al lavoro in quelle carceri, che è fondamentale».
Il secondo risale al 2018 quando Salvini, da pochi mesi Ministro dell’Interno, in un tweet scrisse: “Carceri piene? Non si fa uscire nessuno, no svuotacarceri, no indulti!” e aggiunse una proposta -in perfetto stile “ruspa”, com’era solito fare al tempo- sul problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani: “Ne costruiremo di nuovi con i soldi risparmiati dalla riduzione degli sbarchi“.
Sono passati 6 anni e gli sbarchi non solo non sono diminuiti, ma hanno portato in Italia ragazzi che, senza avere scelta -per miseria e mancanza di lavoro- si sono visti costretti, per sopravvivere, ad entrare nel circuito della criminalità, affollando le celle delle carceri già al collasso. Forse, anziché sbandierare slogan populisti e reazionari, il leader del Carroccio avrebbe fatto cosa utile qualche anno fa, quando era Ministro dell’Interno, se avesse cercato di trovare una soluzione concreta all’immigrazione incontrollata, anziché urlare provvedimenti tanto sensazionalistici quanto inutili, tipo quello di bloccare per settimane le navi cariche di immigrati sulle coste di Lampedusa, con tutti i disagi e le morti che ne conseguirono.
Vincenzo Ciervo