Il sovraffollamento carcerario in Lombardia: non un’emergenza, ma un fenomeno sistemico

sovraffollamento carcerario in Lombardia: i dati

La regione Lombardia, secondo gli ultimi dati aggiornati al novembre 2023, è una tra le regioni d’Italia che più soffre dell’istituzione carceraria. Il sovraffollamento carcerario in Lombardia è infatti stato denunciato dal sindacato Fp-Cgil, in particolare dalla voce di Calogero Lo Presti. Secondo i dati, 8.733 sarebbero le persone detenute, in una capienza massima delle mura carcerarie di poco più di 6.000. In questo scenario, la Lombardia si pone al secondo posto tra le regioni della penisola, dopo la Puglia. 

Il carcere, un problema endemico

Il sovraffollamento carcerario in Lombardia è un’emergenza ormai diventata un problema radicale a livello sociale. I dati raccolti dimostrano come la presenza dei detenuti superi di almeno 2.000 unità la capienza massima delle mura. La stessa capienza, in Lombardia come nelle altre regioni, non viene quasi mai rispettata. Il sovraffollamento carcerario in Lombardia – fatta eccezione per Voghera – si aggira tra il 109% e il 200% in più del previsto. 

Il problema è sempre più accentuato dalla cura e la presenza del personale, sempre meno controllato dalla giustizia italiana e sempre meno presente tra i bracci e nei cortili dei penitenziari. Si evidenzia infatti quanto possa essere difficile la vita nel carcere quando ci sono, in particolare modo, situazioni di malesseri fisici e mentali; un altro problema è, per esempio, l’incapacità di dialogo e comunicazione tra molti soggetti a causa di un multilinguismo e un multiculturalismo troppo deboli e diversi per convivere in maniera così coatta.

Lo Presti ha evidenziato le conseguenze che il sovraffollamento carcerario in Lombardia produce. Negli istituti penitenziari infatti, per gestire una situazione così complicata, sono molto più potenziali gli abusi delle divise e le punizioni, sempre più severe rispetto ai “reati”. In molti casi, ci sono strette sulle condizioni di pernottamento o sui diritti alle ore d’aria e di ricevimento – quando si è più fortunati -, in molti altri invece si è vittime di abusi fisici e psicologici, violenze verbali e percosse.

Tutto il mondo che non conosciamo dentro alle mura

L’Italia è uno tra i paesi europei più a disagio riguardo il sovraffollamento carcerario. L’associazione Antigone ha recentemente descritto un quadro orrido del tasso di persone rinchiuse, morti e suicidi, oltre che di diritti lesi. Guardando alla scala nazionale nel novembre 2023, il totale dei posti disponibili era di 51 mila posti; i detenuti erano più di 60 mila. Questi dati sono stati poi paragonati agli anni precedenti, e si è notato così un incremento decisamente sproporzionato rispetto al 2022 e 2021.

Nel rapporto Antigone si cita il pericoloso sovraffollamento carcerario in Lombardia, con gli istituti di Brescia e Como. La forte preoccupazione è che sono tutti dati in aumento già dal primo trimestre dell’anno nuovo. Tra i motivi dell’allarme, ci sono anche le condizioni strutturali di molti istituti: molti di questi sono stati costruiti in data precedente al 1900 e necessitano di interventi di manutenzione.

Le carceri sono posti molto freddi d’inverno, a causa della mancanza di riscaldamenti aerei e acquiferi; sono posti molto caldi d’estate, a causa della poca ventilazione e dei cunicoli con piccoli spiragli per far passare l’aria. Non ci sono spazi per quello che, a livello istituzionale, viene chiamata la “riabilitazione” e “rieducazione”. Non ci sono spazi di svago, di lavoro, aule in cui può essere effettuato una vera educazione al vivere comune. Nella maggior parte dei casi, ci sono solo ampi cortili in cui è concesso stare poche ore al giorno – e solo per i casi più meritevoli.

L’Italia in particolare è il paese che detiene più ricorsi e denunce per le condizioni disumane di vita nelle carceri. Dai dati, il 35% degli istituti non potevano garantire delle celle superiori a 3 mq calpestabili per ogni singola persona; il 12,4% non prevedeva riscaldamento funzionante e il 56% delle celle era senza doccia. 



Il2023 ha portato via con sé la vita di 68 persone che si sono suicidate dietro alle sbarre. E anche qua, le regioni più menzionate sono la Lombardia con San Vittore (MI) e il Lazio con il carcere di Regina Coeli (RM). Ma tante altre sono le rivolte e le morti negli istituti penitenziali, come quelle più recenti a Santa Maria Capua Vetere o a Modena. Autolesionismo, bombole a gas e scioperi della fame sono le modalità più prese in considerazione per la soluzione definitiva di evasione dal sistema carcerario.

La negligenza dello Stato italiano nella cura della società

Secondo l’ultimo rapporto di Antigone sulle carceri, il 25.8% degli istituti presi in esame non hanno a disposizione delle aree verdi o spazi comuni. Il sovraffollamento carcerario in Lombardia, regione prima tra tutte di questa emergenza, è il sintomo di un disinteresse per determinate persone nella società che, per vari motivi, non riescono ad integrarsi all’interno di leggi e sistemi economici nostrani. 

La cura dell’istituto carcerario dovrebbe essere in primo luogo concretizzato con il rispetto della dignità umana, sia a livello giurisdizionale che a livello fisico. In quest’ultimo caso, si dovrebbe pensare ad una ristrutturazione in toto delle strutture carcerarie e del funzionamento dei penitenziari, affinché di carcere non si debba morire. Molti penitenziari infatti non hanno a disposizione aree verdi, ricreative o campi sportivi in cui le migliaia di persone detenute possono avere i propri spazi. 

L’orrido scenario lombardo

Molti sono i racconti sulla condizione carceraria e su cosa produce il sovraffollamento carcerario in Lombardia. La casa circondariale e di reclusione di San Quirico di Monza (MB) è uno dei casi più terribilmente famosi che porta con sé dati allarmanti. Da più di dieci anni di seguito, il sovraffollamento raggiunge il 150% e più; inoltre, si registra una forte presenza di casi di tossicodipendenza, malattie psichiche e persone straniere: questi sono alcuni dei casi più problematici, sopratutto a fronte del poco personale e della scarsa manutenzione del sistema statale. 

Le criticità delle carceri sono poco conosciute e evidenziate. Sopratutto dopo il Covid-19, parte dell’opinione pubblica ha conosciuto effettivamente il carcere e il suo funzionamento, privo di ogni rispetto dei diritti umani e contro ogni legge di uno Stato che possa essere definito moderno. Il sovraffollamento carcerario in Lombardia è solo uno degli esempi per descrivere la fragilità del sistema carcerario e la sua pericolosità per la vita umana, nella sua salute mentale e fisica. 

Lucrezia Agliani

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