Nei giorni scorsi a Soverato (Catanzaro) si è verificato un episodio che fa capire quanto poco siano tutelati i lavoratori. Una ragazza ha chiesto al suo titolare di essere pagata per il lavoro fatto, ma ha ricevuto solo schiaffi e insulti.
La vicenda di Soverato
La protagonista di questa vicenda è, suo malgrado, Beauty, una ragazza di origini nigeriane che ha lavorato come lavapiatti in un ristorante di Soverato, meta gettonatissima dai turisti che scelgono di trascorrere le vacanze in Calabria.
Beauty ha chiesto di essere pagata per il lavoro svolto, ma il titolare ha reagito con una vera e propria aggressione fisica e verbale che la ragazza ha ripreso con il suo telefono.
Dopo l’aggressione la giovane si è presentata in caserma per raccontare l’accaduto. Ha raccontato che si trovava nel ristorante per chiedere un compenso arretrato e che anche a causa di questo si stava licenziando. I carabinieri della Compagnia locale si stanno occupando della vicenda anche se formalmente non è stata sporta una denuncia. Dai carabinieri si è poi presentato anche il datore di lavoro per dare la sua versione dei fatti.
Beauty David inizialmente non ha voluto essere accompagnata in ospedale, ma si è appreso successivamente che si sarebbe dovuta arrendere all’idea di recarsi al Pronto Soccorso per le lesioni riportate dopo l’aggressione.
Il video pubblicato in diretta
La 25enne nigeriana, madre di una bambina di 4 anni, dopo essersi licenziata aveva chiesto il pagamento di tutte le ore di lavoro, ma il titolare le avrebbe pagato solo le ore dichiarate sul contratto. A quel punto arriva la decisione di tornare a fare la stessa richiesta, stavolta però riprendendo il tutto e pubblicandolo in diretta sui social.
Il video è subito diventato virale ma in rete rimane solo l’ultimo minuto girato. Tanto basta però per assistere ad una aggressione verbale e fisica che non può trovare giustificazioni.
Il datore di lavoro, resosi conto del telefono acceso, ha cercato di appropriarsi del cellulare nel tentativo di distruggerlo. Probabilmente non sapeva che già in quel momento in molti avevano assistito alle botte e alle imprecazioni.
Le reazioni, come sempre successive
Durante l’episodio pare fossero presenti tante persone ma nessuno è intervenuto.
Dopo che i fatti sono stati resi pubblici si sono scatenati invece i commenti e le prese di posizione in difesa della lavoratrice.
Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha dichiarato:
Il lavoro, che non deve in alcun modo somigliare alla schiavitù, si paga, sempre.
Si sono immediatamente schierati anche i sindacati di categoria Fisascat Cisl e Filcams Cgil, che ha parlato di «diritti calpestati». Anche il partito Potere al Popolo ha manifestato la propria vicinanza a Beauty proponendole assistenza legale e sostegno.
Vengono in mente due cose.
La prima è che questo episodio evidenzia la violenza (magari anche solo verbale) che spesso caratterizza il rapporto lavorativo tra datore di lavoro e dipendente. Troppo spesso si hanno pretese assurde e se, come in questo caso, il lavoratore è straniero e di colore, la situazione è anche peggiore.
La seconda è la presenza di una piaga che in Italia pare davvero difficile estirpare: il lavoro nero.
L’Italia sarà davvero una Repubblica fondata sul lavoro quando tutti i lavoratori avranno i pieni diritti e le giuste agevolazioni. Questi ultimi sono indispensabili per chi fa solo il proprio dovere per portare a casa uno stipendio dignitosamente guadagnato.