Trovati i resti di 38 bambini nativi in un cimitero dimenticato nei terreni dell’ex scuola residenziale cattolica Immaculate Conception Mission a Crow Creek, South Dakota. La scoperta, avvenuta casualmente durante lavori di scavo, ha riportato alla luce uno dei capitoli più bui della storia americana: il sistema delle scuole residenziali per nativi americani. Queste istituzioni, gestite dalla Chiesa cattolica in collaborazione con il Bureau of Indian Affairs, avevano lo scopo di assimilare i giovani indigeni alla cultura occidentale, spesso attraverso metodi coercitivi e abusivi.
Per decenni, questi collegi sono stati simbolo di alienazione culturale e dolore. La recente scoperta non rappresenta un caso isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di ritrovamenti di tombe anonime, che testimoniano le violenze e la negligenza subite dai bambini costretti a frequentare queste scuole. La Chiesa, che conserva gran parte dei documenti storici, rifiuta di collaborare pienamente, ostacolando il riconoscimento dei resti e la restituzione delle salme ai discendenti.
La scoperta delle tombe
A metà novembre 2023, durante i lavori per riparare una tubatura nella riserva di Crow Creek, il presidente della tribù Sioux, Peter Lengkeek, ha trovato una vecchia mappa risalente ai primi del Novecento. Lo schema indicava un “cimitero” in un’area fino ad allora ignorata. Una successiva ispezione ha portato alla scoperta di 38 tombe allineate in file ordinate, corrispondenti a una fotografia storica raffigurante piccole croci bianche.
Le tombe appartenevano a bambini che frequentarono la scuola tra il 1887 e il 1975, periodo in cui l’istituto operava come uno dei tanti collegi destinati all’assimilazione dei nativi americani. Molti di loro provenivano da tribù locali, come Crow Creek e Lower Brule Sioux, ma anche da comunità lontane come Montana, Idaho, North Dakota e persino Oregon.
Abusi e sofferenze nei collegi cattolici
Le scuole residenziali per nativi erano luoghi di isolamento e sofferenza. Gli studenti venivano separati dalle loro famiglie e costretti a rinunciare alla loro lingua e cultura. Le condizioni di vita nei collegi erano spesso disumane: sovraffollamento, malnutrizione e malattie dilaganti. I dormitori, lontani dal garantire sicurezza, erano spesso teatro di violenze fisiche e psicologiche.
Testimonianze di sopravvissuti raccontano storie di soprusi. Roberta “Kay Bird” Crows Breast, una donna della tribù Mandan Hidatsa Arikara, ricorda la durezza della vita nella scuola: “Quando tornavamo ai dormitori, non facevamo altro che lavorare. Non c’era pace”. Altri ex studenti, come Susan Paulson, ricordano punizioni crudeli, come essere rinchiusi per ore in un ripostiglio buio, e percosse che hanno lasciato segni indelebili.
Il sovraffollamento era una costante: i bambini condividevano letti singoli, spesso senza cibo sufficiente, e vestivano abiti forniti dal governo di taglie inadatte. Non sorprende che molti non siano sopravvissuti alle condizioni insalubri e alla negligenza sistemica.
La difficoltà di ottenere risposte
Nonostante la gravità della scoperta, la comunità di Crow Creek fatica a ottenere i documenti necessari per identificare le vittime. Gran parte degli archivi storici relativi alla scuola è detenuta dalla Chiesa cattolica, che non è legalmente obbligata a rilasciarli, essendo istituzioni private. Anche le richieste avanzate all’Università Marquette, custode di parte delle documentazioni, hanno prodotto risultati limitati.
Peter Lengkeek denuncia la mancanza di collaborazione da parte delle istituzioni religiose e accademiche: “Qualcuno ha questi documenti, ma non ci è permesso accedervi”. La diocesi di Sioux Falls, responsabile della scuola durante il suo periodo di attività, non ha risposto alle richieste della tribù.
La ricerca della verità
Questa scoperta si inserisce in un movimento più ampio per la verità e la riconciliazione riguardo alle scuole residenziali. Il Canada, con la sua Commissione per la verità e la riconciliazione istituita nel 2008, ha aperto la strada per affrontare l’eredità delle violenze subite dai bambini indigeni. Negli Stati Uniti, una proposta di legge per istituire una commissione analoga è ancora in discussione al Congresso.
Nel frattempo, i membri della comunità di Crow Creek continuano a onorare la memoria dei bambini. Il 9 novembre 2023, sopravvissuti e leader tribali si sono riuniti presso il sito di sepoltura per commemorare le giovani vite perdute. La cerimonia, tenutasi sotto una pioggia gelida, ha rappresentato un momento di unità e riflessione.
Un cammino ancora lungo
La strada verso la giustizia per i bambini delle scuole residenziali è ancora lunga. Le 38 tombe scoperte a Crow Creek non sono un caso isolato: in tutto il Sud Dakota e negli Stati Uniti si stanno trovando altri cimiteri anonimi, testimoni silenziosi delle atrocità commesse contro i nativi americani.
“Questi bambini sono pronti per tornare a casa”, ha dichiarato Lengkeek. “Sono stati qui abbastanza a lungo”. Il riconoscimento delle vittime e la restituzione dei resti ai loro discendenti sono passi essenziali per la guarigione della comunità, ma richiedono trasparenza e collaborazione da parte delle istituzioni coinvolte.