Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, presieduto da Piero Mauro Zanin, ha approvato a maggioranza la sanzione della censura nei confronti del consigliere Antonio Calligaris.
Il leghista è stato sospeso a seguito delle affermazioni pronunciate in Aula lo scorso 4 agosto, a seguito dell’irruzione di Casa Pound. Queste le affermazioni di Calligaris: “Io ai migranti gli sparerei tranquillamente”.
Il leghista a poche ore dal suo intervento si era poi scusato con queste parole:
“Sono sinceramente pentito di aver pronunciato parole che possano essere ricondotte ad azioni violente lontane dal mio modo di essere. Con chiunque possa rimanere turbato dai toni e dal significato delle parole da me usate e voglio rassicurare che non era mia intenzione istigare alla violenza. Sono andato oltre in un momento di concitazione”.
Dunque, Calligaris, così come ricordato da Zanin non potrà presenziare alle prossime due giornate d’Aula in programma oggi 30 settembre e giovedì 1 ottobre.
Il leghista in una nota aveva affermato:
“Mao Tse Tung diceva in una sua massima che la rivoluzione non è un pranzo di gala. Usando le sue parole, si può asserire che anche la difesa della democrazia in alcuni rari momenti non è, e non può essere, un pranzo di gala”
Poi, Calligaris ha continuato dicendo:
“Il 4 agosto, proprio in quest’Aula, abbiamo vissuto un episodio senza precedenti: l’occupazione da parte di CasaPound, atto gravissimo contro la nostra democrazia. Una democrazia che non può essere né pavida, né imbelle. Per queste ragioni, la mia prima reazione era stata quella di scagliarmi verbalmente contro chi la stava minando, occupando il luogo in cui si esercita la più ampia espressione della democrazia. Nel tentativo di difendere l’Istituzione ho paragonato l’azione dei militanti di CasaPound alle rivolte messe in atto dagli irregolari alla Cavarzerani”.
Inoltre, il politico in riferimento alla sanzione ricevuta ha dichiarato:
“Accetto tranquillamente la decisione, ma mi chiedo dove fossero il segretario regionale del Partito democratico nel momento in cui la democrazia era in pericolo. Così come gli altri consiglieri del Pd poi corsi a suggerire la mia sospensione”.
MARIO RUGGIERO