E alla fine anche il campionato di calcio si è dovuto fermare. Per arrivare alla sospensione della Serie A è stato necessario il decreto emergenziale varato ieri sera dal governo (poche ore dopo l’ultima partita del weekend, Sassuolo-Brescia) ed entrato in vigore questa mattina. Al momento è previsto che il blocco duri fino al 3 aprile. Ma che succederebbe se non si riuscisse a portare a termine la stagione? Non c’è una risposta univoca.
A CHI LO SCUDETTO?
La speranza di Lega e Figc è che le drastiche misure adottate dal governo per contenere l’epidemia di Coronavirus si rivelino efficaci e si possa presto tornare in campo. Di sicuro saltano al momento altre due giornate di campionato, la ventisettesima e la ventottesima, previste il 15 e il 22 marzo dopo essere già precedentemente slittate di una settimana.
Nell’ultimo weekend di marzo invece era prevista una sosta per gli impegni della nazionale. Rinviati anche i previsti recuperi della venticinquesima giornata (Verona-Cagliari, Atalanta-Sassuolo e Torino-Parma) che erano stati riprogrammati per il 18 marzo, in attesa di trovare una data utile anche per Inter-Sampdoria.
Se però la situazione dovesse precipitare si aprirebbe uno scenario inedito. La sospensione della Serie A a stagione in corso non si è mai verificata da quando, nella stagione 1929/1930 è stato introdotto il campionato a girone unico (mentre prima era diviso per aree territoriali). Il regolamento della Figc non fa alcun riferimento ad una simile eventualità.
Dal consiglio federale straordinario di ieri sarebbero emerse tre ipotesi. Alle due già ventilate nei giorni scorsi, ovvero non assegnare lo scudetto e proclamare campione d’Italia la squadra attualmente in testa alla classifica, cioè la Juventus, se ne sarebbe aggiunta una terza: la disputa dei playoff per decidere chi dovrà vincere il campionato.
EUROPEI Sì O NO?
La quarta ipotesi resta quella di terminare la stagione oltre la prevista data del 24 maggio. Ma qui la palla passa all’Uefa. Già recuperare due giornate e mezzo sarà problematico considerati gli impegni europei delle squadre italiane, senza dimenticare la Coppa Italia. Il 12 giugno dovrebbero iniziare gli Europei (tra l’altro proprio a Roma). Soltanto uno slittamento di qualche settimana della rassegna continentale, o un suo rinvio al 2021, aprirebbe la strada a questa possibilità.
Un campionato non concluso creerebbe problemi anche per designare le qualificate alle coppe della prossima stagione e le retrocessioni, che a loro volta potrebbero essere decise dai playout. Bocciata invece l’ipotesi di una prossima serie A a 22 squadre. Una decisione dovrebbe essere presa nel prossimo consiglio del 23 marzo, anche sulla Coppa Italia che deve riprogrammare semifinali di ritorno e finale.
IL PRECEDENTE DEL 1915
C’è solo un precedente di sospensione della serie A, ma risale addirittura al 1915. All’epoca esisteva la Prima Categoria, con due gironi: uno riservato alle squadre del nord, l’altro a quelle del centro-sud. Secondo il regolamento dell’epoca, le due vincenti avrebbero dovuto sfidarsi in finale per decidere l’assegnazione del tricolore. Ma il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria, entrando ufficialmente nel primo conflitto mondiale.
Il torneo venne bloccato. Nel raggruppamento settentrionale mancava da giocare una sola giornata, e il Genoa era in testa. I rossoblu si videro assegnare lo scudetto ma a distanza di molti anni, tra le proteste soprattutto della Lazio, che ancora oggi rivendica quel titolo. Una coincidenza curiosa visto che i biancocelesti si trovano in ballo anche stavolta.
La massima serie riprese soltanto nel 1919. Durante la seconda guerra mondiale si giocò a girone unico dal 1939 al 1943. Poi ci fu uno stop fino al 1945. Tuttavia nella stagione ’43-’44 venne organizzato il cosiddetto campionato Alta Italia, diviso per gironi regionali. Al triangolare finale arrivarono Torino, Venezia e Vigili del Fuoco La Spezia. I liguri si imposero, ma solo nel 2002 la Figc riconobbe questa vittoria, seppure in maniera puramente onorifica e senza equipararla agli altri campionati.
DINO CARDARELLI